La Nona Sinfonia
Erich Wolfgang Partsch





GUSTAV MAHLER ...il mio tempo verrà

Analisi della Nona Sinfonia secondo Erich Wolfgang PARTSCH


«Ho lavorato molto e proprio ora do un'ultima mano ad una nuova sinfonia. [...] L'opera per quel che possono conoscerla, perché finora ho scritto l'abbozzo a rotta di collo, come un cieco e adesso che comincio a strumentare l'ultimo tempo non conosco più il primo, è un arricchimento assai felice della mia piccola famiglia. Vi si dice qualcosa che da molto tempo ho sulle labbra forse da porre nel complesso al fianco della Quarta. (che però è del tutto diversa)» trad. it. Q. Principe
La affermazione epistolare di Mahler suscita immediatamente l'impressione che si tratti di un'opera secondaria. «›L'arricchimento assai felice» prosegue la strada compositiva scelta sino ad ora, fondendo poetica e dramma. Segue la strada compositiva scelta sino ad ora, fondendo poetica e dramma. se si crede ai ricordi di sua moglie Alma, la sua creatività dopo l'Ottava sinfonia è stata influenzata dal numero nove (nè Ludwig van Beethoven nè Anton Bruckner avevano superato la Nona sinfonia, pertanto il titolo Das Lied von der Erde vuole consapevolmente evitare questo numero magico.) Da'altro canto Mahler pare si sia distanziato da questo timore, quando, in merito alla Nona di Beethoven (in re minore) disse che la sua era in re maggiore.
Forse i primi schizzi furono realizzati già nell'estate del 1908; il lavoro principale avvenne tuttavia un anno dopo. Dopo il 13 giugno 1909, quando il tempo era ancora «orribile» e impedì a Mahler di recarsi alla sua casetta di composizione, si presume abbia iniziato l'abbozzo della partitura. Nell'agosto annunciò a Bruno Walter (come citato all'inizio) la sua nuova opera. Egli aveva ultimato l'abbozzo con grande concentrazione, sotto la tradizionale fretta estiva (come egli disse) «partitura buttata giù di corsa ed assolutamente illeggibile per occhi estranei
». Durante la seconda stagione americana si dedicò alla stesura definitiva e poté terminarla prima del suo ritorno in Europa all'inizio dell'aprile del 1910. La prima esecuzione venne diretta da Bruno Walter il 26 giugno 1912 a Vienna.

Nella storia della recezione, la Nona venne sempre attribuita molto vicina alla morte dal punto di vista interpretativo, anche per via delle circostanze esterne che interessarono il compositore. Paul Bekker, ritenne che «il titolo non scritto era Was mir der Tod erzählt (cosa mi racconta la morte). Il direttore d”orchestra Willem Mengelberg, olandese, dopo un esatto studio delle fonti musicali, intraprese il tentativo di un programma chiarificatorio:
Lied v. d. Erde ist: congedo dall'amico ! (dall'uomo!!)
la nona è : congedo da tutti quelli che amava
e dal mondo
I dalla sua arte, dalla sua vita, dalla sua musica ...
Anche Arnold Schönberg si associò tra quelli che sostenevano questa esegesi nel suo discorso di Praga quando disse: «[...] la nona è un limite. Chi lo vuole oltrepassare, deve allontanarsi. Sembra come se nella Decima potesse esserci detto qualche cosa che non dovevamo ancora sapere, per la quale non siamo ancora maturi. Quelli che hanno scritto una Nona erano vicini alla morte.»
Senza dubbio la musica, specialmente nel finale si spinge verso «le ultime cose
», è imbevuta di esperienze personali dell'artista; tuttavia come ha annuito correttamente il biografo Jens Malte Fischer - «non bisogna credere all'ìmmagine di un creatore che si trova già in un altro mondo. La corrispondenza epistolare del compositore durante il periodo di vacanza documenta proprio in quest'estate attività e molteplici interessi alla vita quotidiana.
Come si può descrivere la peculiarità di questa opera? In che modo è stata un'opera tarda? Nella lettera citata all'inizio, Mahler rimanda ad una linea di collegamento con la Quarta Sinfonia, cosa che di primo acchito può sorprendere. Nonostante i mondi esterni differenti, in ambedue il cantabile, la lirica riveste un importante ruolo in quanto momento di collegamento. Nella Nona Sinfonia il compositore riuscì ad ottenere un intreccio sottile di lirica e drammatica, di linee vocali e strumentali, che può esserne inteso come una sintesi artistica ad un livello sublime.
Un'affermazione profonda viene raggiunta attraverso la sobrietà e non attraverso gesti ricchi di pathos: «La nona, misurata sugli eccessi delle opere precedenti è quasi un'opera d'impronta classica (per usare un termine appropriato, che è stato coniato per il dramma da Jaen Racines), un'opera che evita gli estremi, che non oltrepassa se stessa e l'altro. Che ripiega su uno sviluppo ordinato dei quattro movimenti, che non utilizza solisti, cornette del postiglione, martelli, un'orchestra sovradimensionata, che rimane nei tempi anche se ampi, che Mahler stesso aveva abbozzato. All'interno di questa impronta classica, che esprime anche una lirica che forma un substrato, in cui lied e sinfonia si fondono, si sviluppa un'espressività nuova, accentuata, una espressività del piano elegante, che si esprime nel non articolato o non dicibile (primo movimento) e che scivola nell'indicibile spegnendosi (ultimo movimento).
»
Anche la composizione è articolata in quattro movimenti tradizionali, tuttavia si presentano nuovi caratteri e quindi un dramma generale diverso:
Andante comodo
Im Tempo eines gemächlichen Ländlers. Etwas täppisch und derb
Rondo-Burleske. Allegro assai. Sehr trotzig.
Adagio. Sehr langsam und noch zurückhaltend

Andante comodo
Nel tempo di un tranquillo ländler. Un pò goffo e molto rude
Rondo-Burleske. Allegro assai. Molto ostinato.
Adagio. Nlolto lento e trattenuto
Come estremi fungono due movimenti lenti, nel mezzo un movimento con andamenti in forma di danza ed il rondo-Burleske quasi fantasmagorico. Anche le tonalità sono inusuali: il re maggiore introduttivo diventa un re bemolle maggiore, interrotto da un do maggiore, e nell'Adagio finale un la minore.
Il primo movimento a ragione viene considerato uno dei più significativi di Mahler. Vario dal punto delle categorie formali, presenta le caratteristiche di un movimento centrale di una forma-sonata e doppia variazione. Numerose annotazioni «Nlit Wut», «Schattenhaft››, «mit höchster Gewalt» oder «Wie ein schwerer Kondukt
»con rabbia», «indístinto», «con la massima forza» oppure «come un greve corteo funebre» trad. it. Q. Principe) testimoniano un vocabolario espressivo alquanto differente. L'annotazione di Mahler «Leb Wohl!» (addio) appalesa relazioni con congedo e dolore.
Nel secondo movimento vi è la fusione di numerosi andamenti di danza. L'incertezza di Mahler nel titolo di questo movimento rispecchia l'originalità del suo disegno compositivo: intitolato inizialmente come uno «Scherzo
», lo cambiò poi in «Minuetto infinito», eludendo cosi le tradizionali associazioni. E' coraggiosa la stratificazione, prodotta da un cambio caleidoscopico dei singoli elementi. Solo alla luce di una retrospettiva che parte della musica moderna, lo sviluppo musicale mahleriano si è rivelato un  «montaggio».
La successiva burlesca, la cui musica associa un umorismo rabbioso e disperato al concetto «burla
», presenta linee contrappuntistiche molto nette. Solo due episodi - uno di questo ricorda la famosa canzone di Danilo nell'operetta la Vedova Allegra - abbandonano brevemente il carattere musicale di base. Un gruppetto nell'assolo della tromba costituisce non solo un ponte verso l'Abschied dei Lied von der Erde, ma anche un balzo in avanti verso l'Adagio finale, altamente espressivo e dilatato.
I due temi contrastanti e la presenza di innumerevoli motivi che racchiudono le allusioni tematiche all'opera precedente, non sfociano in un'apoteosi. Nella coda risuona densa di significato una citazione del quarto dei Kindertotenlieder: «Der Tag ist schoen auf jenen Höh'n
» (il giorno è bello su quelle alture): «ma la visione di liberazione o redenzione [...] si infrange nelle volute successive, si cristallizza parimenti in un ritardando che si spegne». La musica si inserisce in un processo del dissolvimento, dove rimane solo il gruppetto.



Nona Sinfonia: III. Rondo-Burleske










Erich Wolfgang PARTSCH (tratto da "Gustav Mahler a Dobbiaco", Bressanone - © 2005)