DG - 1 CD - 449 216-2 - (p) 1996

Ouvertüren & Orchestermusik







Carl Maria von WEBER (1786-1826) Ouvertüre "Der Freischütz"
9' 21"

Ouvertüre "Oberon"
9' 28"





Richard STRAUSS (1864-1949) "Feuersnot": Liebenszene (Scena d'amore)
6' 04"

"Salome": Salomes Tanz (Danza dei sette veli)
9' 52"

"Die Frau ohne Schatten": Symphonische Fantasie (Fantasia sinfonica)
22' 08"





 
STAATSKAPELLE DRESDEN
Giuseppe SINOPOLI
 






Luogo e data di registrazione
Lukaskirche, Dresden (Germania) - maggio 1995

Registrazione: live / studio
studio


Executive Producer

Ewald Markl

Recording Producer
Werner Mayer

Tonmeister (Balance Engineer)
Klaus Hiemann

Recording Engineers

Jürgen Bulgrin, Wolf-Dieter Karwatky

Editing
Oliver Rogalla

Prima Edizione LP
-

Prima Edizione CD
Deutsche Grammophon | 449 216-2 | LC 0173 | 1 CD - 56' 53" | (p) 1996 | 4D DDD

Note
-















Fra sogno, fiaba e delirio, tra romanticismo e preespressionismo: pagine sinfoniche da opere tedesche
Questa antologia di cinque pagine tratte dal repertorio operistico sembra voler definire gli estremi del melodramma romantico tedesco. Si va da Der Freischütz (Il franco cacciatore, 1821) e Oberon (1826) di Carl Maria von Weber, a Feuersnot (1901), Salome (1905) e Die Frau ohne Schatten (La donna senz'ombra, 1914-1918) di Richard Strauss. All’interno di questi due confini, l’esperienza Wagneriana, ispirata da quella di von Weber e che, a sua volta, ha ispirato quella di Strauss.
A giusto titolo una delle “ouverture” più farnose della storia, regolarmente eseguita in concerto, quella del Franco cacciatore è in realtà un piccolo poema sinfonico che rievoca, lavorando su alcuni dei temi principali, le atmosfere e i sentimenti contenuti nell’opera. Basta l’asco1to di questi pochi minuti di musica per intuire come mai Il franco cacciatore, oltre al successo strepitoso incontrato fin dall'inizio, divenne l’elemento scatenante di una rivoluzione nel campo del melodramma e della musica sinfonica che toccò principalmente Wagner, ma anche Liszt e Strauss. Pur essendo contenuta in un disegno classico, la dimensione del delirio e dell'allucinazione è ben presente; amplificata nella sua espressione stilistica, avrebbe portato, attraverso tutto l’Ottocento e i primi decenni del Novecento fino all’espressionismo. Wozzeck (1922) e Lulu (1935) di Alban Berg sono, a ben guardare, le ultime tappe del discorso iniziato da von Weber.
Con la seconda “ouverture” dell’autore tedesco, da Oberon, si incontra un’altra dimensione, quella del sogno e della favola. L'estensione di questa pagina è simile all’altra. Non si tratta, però, di un piccolo poema sinfonico, bensì di un collage di temi provenienti dall’opera disposti secondo un preciso gioco di simmetrie. La prima fonte del libretto di Oberon è il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare; l’altra, il poema Oberon di Wieland. Oberon bissa il successo ottenuto dal Franco cacciatore e la sua "Ouverture" è, ancora oggi, tanto eseguita quanto l’altra. L'influsso sull'evoluzione  dell’opera tedesca non è certo pari a quella esercitato dal Franco cacciarore. Tuttavia difficilmente certe atmosfere traslucide, certe ambientazioni oniriche che si incontrano nel Lohengrin (1848) wagneriano, oppure nel Cavaliere della rosa straussiano (1910), o nella Donna senz'ombra, sarebbero state le stesse senza l’esperienza di Oberon.
Seconda delle opere liriche di Richard Strauss, Feuersnot, a differenza del precedente Guntram, non tratta un argomento di tipo arcaico-leggendario, ma si cala nella realtà viva della Baviera: l’azione si svolge a Monaco, durante il solstizio d’estate, in epoca medievale. in questo senso la parentela con i Maestri cantori wagneriani è evidente; il livello su cui è giocata la storia d’amore fra Dietmut e Kunrad fa pensare anche al Tristano. Feuersnot, che tra l’altro fu l’unica opera di Strauss diretta da GustavMahler, presenta un compositore trentasettenne, già sulla cresta dell’onda grazie al successo dei poemi sinfonici che, in sostanza, costituirono il suo apprendistato per il genere operistico, poi mai più abbandonato; il suo ultimo lavoro per il teatro, Capriccio, è del 1941. Strauss è riuscito a dare una nuova dimensione all’idea del Gesamtkunstwerk, della forma d’arte totale, dove poesia, suono e azione drammatica si fondono in un tutt’uno. Anche quando il tessuto musicale si fa densissimo, magmatico, come nell’Elektra (1908), il rapporto voce-orchestra, pur magnetico e interdipendente, ha una trasparenza diversa rispetto a quello dell’opera wagneriana. Non v'è da sorprendersi quindi che Strauss in Feuersnot sia stato capace di trovare una sintesi fra due linguaggi così diversi come quelli dei Maestri cantori e del Tristano.
Salome segue Feuersnot di soli quattro anni: anch’essa è in uno solo atto. Si passa, però, dal Singgedicht, traducibile come poema in musica, al dramma. Nel lavoro basato sull’omonimo testo teatrale di Oscar Wilde la dimensione del delirio e dell’esaltazione raggiunge una temperatura che non trova paragoni nella storia dell’opera, se non nell’Elektra dello stesso Strauss, successiva di tre anni. La “Danza dei sette veli”, a giusto titolo fra le pagine più celebri del suo autore, è un episodio unicamente sinfonico: rievoca i movimenti lascivi, sinuosi e concupiscenti con cui Salome danza davanti al patrigno Herod, già con l’idea di chiedergli per compenso la testa del profeta Jochanaan. Si parte da una figura dell’oboe molto semplice, che sviluppa lentamente un gioco il quale prende poi le mosse di un valzer; attraverso una progressiva, irrefrenabile accelerazione, si arriva al delirio finale.
Senza dubbio l’opera straussiana di maggior respiro, di maggiore ricchezza musicale e drammaturgica, La donna senz'ombra presenta un mondo di favola, lussureggiante come pochi altri, che nel suo carattere iniziatico fonde il taglio di altri due grandi lavori del melodramma tedesco riconducibili a questi temi: Il flauto magico (1791) di Mozart e Parsifal (1882) di Wagner. La figlia del signore degli spiriti Keikobad va in sposa all’Imperatore. Ella però, in quanto essere fatato, vive una condanna: non possiede un’ombra, per cui le è negata la maternità. Assieme alla sua vecchia balia scende nel mondo degli uomini e cerca di comperare l’ombra dalla moglie del tintore. Infine, quando l'Imperatrice e la moglie del tintore avranno superato una lunga serie di prove interiori, la prima avrà imparato il valore del sacrificio, mentre la seconda quello dell’amore. La “Fantasia sinfonica” ripercorre varie fasi salienti del melodramma e dimostra ancora una volta la miracolosa capacità di Strauss di muovere l'orchestra con totale agilità, e l'altrettanto miracolosa abilità di raccontare in musica già sperimentata nei grandi poemi sinfonici.
Fernando De Carli