RICHARD STRAUSS
E DRESDA
Richard Strauss,
la Staatskapelle di Dresda e
i concerti della
Domenica delle Palme,
congiunti come le note di un
accordo perfetto, stanno a
simboleggiare una ricca
tradizione musicale della
quale la presente
registrazione intende offrire
una testimonianza.
La grande amicizia
che sotto il profilo artistico
e umano legò per 67 anni
Strauss ai suoi "cari"
musicisti di Dresda - come li
definiva lui stesso - era
iniziata nel 1882 con la prima
esecuzione della Serenata
per fiati op. 7 nel
Tonkönstlerverein
(Associazione dei compositori)
di allora. Subito dopo fu lo
stesso Strauss ad accompagnare
al pianoforte il
violoncellista della
Staatskapelle Ferdinand
Böckmann (che aveva instaurato
questo legame tra il
compositore di Monaco e i
musicisti della cittä
sull'Elba) nella prima
esecuzione della Sonata
per violoncello op. 6.
Poco tempo dopo Strauss dedicò
al cornista di Dresda Oscar
Franz il suo primo Concerto
per corno, l'op. 11.
Nel 1884 fu eseguita per la
prima volta in un concerto
sinfonico della "Cappella
Reale" di Dresda una
composizione di Strauss, l'Ouverture
in do m; e a partire dal
1890 nei programmi
concertistichi dell'orchestra
fu incluso quasi ogni anno un
suo poema sinfonico. Era così
preparato il terreno per
quella serie di nove premières
operistiche tenutesi tra il
1901 e il 1938 che, unitamente
ai frequenti impegni di
Strauss sul podio della
Semperoper, sottolineano nel
modo più significativo
l'intenso legame stabilitosi
tra il compositore e
l'orchestra e il grande
fascino reciproco che essi
seppero esercitare: dopo Feuersnot
(Incendio) fu la volta
di Salome, Elektra
e Il cavaliere della rosa,
eventi do portata mondiale
nella storia del teatro
musicale del primo Novecento
che non mancarono di suscitare
grande scalpore. Seguirono Intermezzo,
Elena egizia, Arabella,
La donna silenziosa e Daphne.
Ancora nel 1944 l'anziano
maestro faceva dono al
Tonkünstlerverein della sua Prima
Sonatina per strumenti a
fiato, che porta
l'arguto titolo "Dalla
bottega di un invalido",
e quattro anni dopo così
confessava nella lettera,
divenuta famosa, scritta per
il 400° anniversario della
Staatskapelle: "Tra i tanti
meravigliosi ricordi della mia
carriera artistica i suoni di
quest'orchestra magistrale
risvegliano sampre in me
sentimenti di profonda
gratitudine e ammirazione".
Anche durante la composizione
della Sinfonia della Alpi
per la sua prima esecuzione
Strauss ebbe senz'altro in
mente fin dall'inizio la
Staatskapelle di Dresda.
Sembra quasi che dopo il pieno
e competente impegno
dell'orchestra in Salome,
Elektra e Il
cavaliere della rosa il
compositore volesse presentare
sulle scene concertistiche una
sorta di summa
sinfonica di tutte le
possibilità tecniche e
timbriche che ad essa si
potevano richiedere, o che
essa riusciva ad ispirargli. E
la fiducia del compositore
doveva essere ben meritata,
come fa intendere la critica
scritta da August Spanuth dopo
la première berlinese
del 28 ottobre 1915, nella
quale la Staatskapelle aveva
suonato sotto la direzione
dello stessoStrauss: “Il
livello dell’esecuzione ...
difficilmente potrà essere
superato e nemmeno si potrà
facilmente raggiungere”.
Originariamente destinata a
Ernst von Schuch, il direttore
stabile della Staatskapelle al
quale si dovevano anche le
leggendarie rappresentazioni
delle opere straussiane, la Sinfonia
delle Alpi, compiuta
solo dopo la morte di Schuch
(il suo “più fido direttorc
personale”), fu infine
dedicata dal compositore al
soprintendente, “al Conte
Nicolaus Seebach e alla
Cappella Reale di Dresda in
segno di gratitudine”.
Già nel 1876 il giovane
Strauss aveva “presentato al
pianoforte” un’escursione in
montagna: “Naturalmonte
giganteschi affreschi sonori e
polpettoni (alla Wagner)!”,
riferiva al suo amico di
gioventù Ludwig Thuille. Nel
1902 cominciò a lavorare ad un
poema in quattro movimenti
ispirato alla natura, per il
quale era previsto il titolo
‘“L’Anticristo, una Sinfonia
delle Alpi”. La disposizione
che aveva concepito per la
prima parte di quest’opera
venne da lui ripresa nel 1911,
quando volle elaborarla in un
unico movimento. Nel febbraio
1915 la partitura era
compiuta. Il compositore aveva
decisamente ribadito nel
suo calendario sotto
l'impressione della morte di
Gustav Mahler (1911): “Voglio
dare alla mia Sinfonia delle
Alpi il titolo di Anticristo,
nel senso di purificazionc
morale con le sole proprie
forze, riscatto per mezzo del
lavoro, adorazione
dell’eterna, meravigliosa
natura”.
Friedrich Nietzsche
aveva dato a Strauss lo
stimolo alla composizione di Zaratustra.
E già un anno prima che
Nietzsche pubblicasse L'Anticristo
(1895), Strauss confessò
nell’opera Guntram
un’affinità di spirito con
l’autore di quello scritto:
“La mia vita è definita dalla
legge del mio spirito, il mio
Dio parla a me direttamente
attraverso di me”.
Anche nella sua concezione
della natura poteva fare a
meno di Dio, nella convinzione
- così scrisse ancora a
proposito del titolo che aveva
concepito per la Sinfonia
- che “tutti i grandi
movimenti politici e religiosi
possono avere effetti
veramente fecondi solo per un
certo periodo”. Se alla fine
pubblicò l’opera con il titolo
di Sinfonia delle Alpi
rinunciando all’altro - ben
più incisivo e scoperto - di
“Anticristo”, ciò fu
probabilmente dovuto ad un
senso di riguardo che non
poteva non imporgli la carica
di maestro di cappella alla
corte prussiana, da lui
ricoperta in quegli anni.
Naturalmente Strauss
non avrebbe pubblicato i
titoli programmatici delle
singole sezioni della Sinfonia
se non avesse voluto renderli
noti al pubblico. Ma già nel
1915 il suo biografo
Steinitzer rilevò nella sua
guida tematica all’opera che
qui non si trattava di
trascrizione di paesaggi in
colori orchestrali, ma di
espressione d’esperienze
interiori legate a questi
paesaggi. Nietzsche aveva
affermato: “Per poter vivere
sulle montagne, bisogna
esserne capaci”, e in questo
senso - a quanto pare -
Strauss intendeva scrivere “un
poema filosofico sugli alti e
bassi della vita, una sorta di
‘curva ascendente e
discendente’, dove il momento
culminante si ha sulla
‘vetta’, su un piano
superiore, per così dire,
debitamente elevato sulle
bassure della vita quotidiana”
(Stephan Kohler). Il
compositore seppe qui
dispiegare una straordinaria
fantasia timbrica (“Ora
finalmente ho imparato a
strumentare”, pare che
esclamasse dopo la prova
generale), e subordinò anche
gli elementi apparentemente
descrittivi all’ispirazione
poetica. Nella Sinfonia
si può rilevare una mescolanza
di forma-sonata e variazione,
dove alla “escursione in
montagna” (salita e discesa)
corrispondono esposizione,
sviluppo e ripresa, mentre la
forma della variazione tra
introduzione e coda (mattino e
sera) congiunge sotto un unico
ampio arco tutte le “singole
immagini”. La registrazione
della Sinfonia delle Alpi
è avvenuta dal vivo durante il
concerto dato dalla
Staatskapelle di Dresda la
Domenica delle Palme 1993.
Questi concerti
della Domenica delle Palme
risalgono ad una iniziativa di
Francesco Morlacchi, il
compositore originario di
Perugia che fu maestro di
cappella alla corte di Dresda
e che nel 1826 patrocinò un
“fondo di assistenza” per le
vedove e gli orlani di
strumentisti dell’orchestra. I
mezzi finanziari di questo
fondo dovevano essere creati
soprattutto con i proventi di
concerti. Nel 1827 la casa
reale di Sassonia fissò alla
domenica prima di Pasqua la
data dei concerti con questo
preciso ed unico scopo di
beneficenza. I programmi ampi
e impegnativi, orientati verso
un largo pubblico ed intesi
così ad assicurare larghi
proventi, comprendevano per lo
più composizioni sinfoniche e
oratori. La Domenica delle
Palme del 1846 Richard Wagner
presentò per la prima volta la
Nona Sinfonia di
Beethoven, un’opera che
continuava ad essere
contestata, e la portò ad un
successo strepitoso. Da questo
evento ebbe origine l’usanza
di eseguire la Nona ad
intervalli da due a cinque
anni, e dall’inizio del nostro
secolo ogni anno, sempre il
giorno della Domenica delle
Palme. Anche se il problema
sociale che essi intendevano
affrontare aveva trovato
soluzione all’inizio degli
anni Venti, questi concerti
rappresentano tuttora un
evento di grande rilievo nella
vita musicale di Dresda.
Quando Giuseppe Sinopoli nel
1992 è divenuto direttore
stabile della Staatskapelle,
ha proposto di non limitarne i
programmi al tradizionale
“rituale” beethoveniano, ma di
allargarne i fulcri tematici
soprattutto con l’inclusione
di opere più specificamente
legate alla Staatskapelle,
conferendo così nei tempi
attuali alla storia musicale
di Dresda una più viva e
consapevole risonanza presso
il largo pubblico.
Con la
registrazione della Sinfonia
delle Alpi, la Domenica
delle Palme 1993 ha costituito
un avvio assai significativo
in questo intento di
ricongiungere la tradizione
straussiana della città di
Dresda con quella della sua
Staatskapelle.
Eberhard
Steindorf
(Traduzione:
Gabriele
Cervone)