DG - 1 CD - 437 542-2 - (p) 1993

Peter Ilyich TCHAIKOVSKY (1840-1893)






Symphony No. 5 in E minor, Op. 64
47' 06"
- 1. Andante - Allegro con anima 13' 38"

- 2. Andante cantabile, con alcuna licenza - Moderato con anima - Andante mosso - Allegro non troppo - Tempo I 14' 02"

- 3. Valse. Allegro moderato 5' 47"

- 4. Finale: Andante maestoso - Allegro vivace - Molto vivace - Moderato assai e molto maestoso - Presto 11' 55"





Russian Easter Festival Ouverture, Op.36
15' 10"
on litugical themes for large orchestra






 
PHILHARMONIE ORCHESTRA
Giuseppe SINOPOLI
 






Luogo e data di registrazione
All Saint's Church, Tooting, London (Gran Bretagna) - gennaio 1992

Registrazione: live / studio
studio

Produced by
Wolfgang Stengel

Tonmeister (Balance Engineer)
Klaus Hiemann

Recording Engineer
Wolf-Dieter Karwatky

Editing
Stephan Flock, Hans-Jörg Seiler

Prima Edizione LP
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Prima Edizione CD
Deutsche Grammophon | 437 542-2 | LC 0173 | 1 CD - 60' 43" | (p) 1993 | 4D DDD

Note
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Collocata tra l'ardente Quarta e la cupissima Sesta, la Quinta Sinfonia in mi m op. 64 (maggio-agosto 1888) non ha al pari di quelle sottintesi programmatici più o meno espliciti, ma conserva lo stesso carattere di forte suggestione emotiva. Per tre quarti è lecito riscontrare in essa gli esiti più alti fino ad allora raggiunti da Ciaikovski in campo sinfonico; mentre il finale, che all’autore stesso parve inadeguato, è un nodo irrisolto che rimette in discussione l'equilibrio raggiunto, e un'ombra si allarga sul senso della sua funzione. Non diversamente da Bruckner, nello stcsso lasso di tempo, Ciaikovski sembra avvertire la crisi d’identità della forma sinfonica classica proprio nel ruolo da assegnare all’ultimo movimento, non solo tradizionalmente, ma anche costituzionalmente luogo deputato al compimenlo delle parti precedenti. Affinché cio accada, è necessario che il finale assommi su di sé le tensioni sia dei temi sia del clima generale di cui la musica è pervasa, fino a renderli appropriatamente conclusivi; questo è almeno ciò che ci si aspetta da una sinfonia concepita in quattro movimenti in organico rapporto tra loro. Di tale neeessità perfino la scelta di un'articolazione ciclica, secondo la nuova tendenza romantica, doveva tener conto in modo non puramente estrinseco: a meno di non voler distruggere, come farà Mahler, tanto l`essenza quanto l'immagine del modello ormai decaduto.
La "inadeguatezza" del finale della Quinta Sinfonia, quasi un ritornello di tutta la critica intonato per primo da Ciaikovski, non dipende da una incapacità di rivitalizzare questo schema ed è semmai inerente alla sostanza del materiale stesso, e dello spirito che l`impregna. Apparentemente la Sinfonia presenta un'unità saldissima, garantita dal ritorno lungo tutti i movimenti dell’idea principale, idée fixe o motto, esposta all’inizio nell’introduzione, "Andante": la ritroviamo nel secondo movimento, "Andante cantabile, con alcuna licenza", il quale è in forma tripartita, e nella chiusa del terzo, una "Valse" in forma di scherzo; nonché, di nuovo, sia nell'introduzione che nella coda del quarto, trionfalmente trasportata in tonalità maggiore. Il carattere di questo motivo, in origine esposto da due clarinetti all`unisono sul contrappunto degli archi gravi, è però quanto di meno adatto esista per una trasformazione altermativa quale si richiede a un finale: anzi, la sua stessa natura è quella di esprimere una fatale rassegnazione, a cui nel corso del tempo è stato tolto ogni residuo di energia vitale; figura-simbolo per sua natura contraria a volgersi in attiva perorazione di una causa.
Se vogliamo seguire l'indicazione di Ciaikovski, secondo cui nella Quinta si consuma "una completa rassegnazione di fronte al destino", il motto rappresenta la quintessenza della rassegnazione: ciò che segue è la dilatazione di questo sentimento di fondo - non un programma, ma uno stato d`animo radicato nell’intimo -, avvertibile chiaramente nel fatto che i primi tre movimenti ne sono dominati, senza che ne nascano sviluppi capaci di contrastare il tono di fondo. Il tentativo di dare al motto un significato conciliante e addirittura uno slancio eroico si attua alla fine dell'"Andante cantabile", pagina di rassegnazione letteralmente infinita, e produce come antidoto alla depressione la tristezza trasognata e piena di grazia del valzer, spesso in Ciaikovski luogo soffuso di dolci memorie e di amari rimpianti. La sua riapparizione come eco o citazione alla fine dello scherzo vale come affermazione definitiva del suo valore: sicché stride e sorprende la sua improvvisa trasformazione in motivo enfaticamente marziale, capace di condurre la Sinfonia a una sforzata conclusione trionfale. L`ultimo tempo, con il suo moto vorticoso sull’abisso del nulla, immette una nota di schizofrenia e di isterica violenza, senza mediazione: che cosa è avvenuto, vien da domandarsi, perché sia così cambiata la natura del tema, la tendenza fondamentale alla rassegnazione? Se si può ipotizzare uno scarto d’umore, come uno scotimento della volontà e un abbandono alla sua reazione, ciò non appare innescato dalla logica compositiva, ma dal gesto vano e consapevole, lucido e disperato, di mascherare con l`euforia una situazione di impotenza. E se ciò costituisce una incrinatura nel percorso interno della Sinfonia, da un punto di vista storico segna un punto estremo di non-ritorno, la liquidazione del concetto stesso di finale catartico e affermativo: una esperienza decisiva che avrebbe portato Ciaikovski a non cercare altri compromessi e a concepire la sua Sesta e ultima sinfonia con un diverso piano formale, per concluderla con un “Adagio lamentoso” che aprirà nuove, ancor fertili prospettive all`idea stessa di un finale sinfonico.
La Quinta di Ciaikovski fu da lui diretta eseguita a San Pietroburgo il 17 novembre 1888; il 15 dicembre di quello stesso anno veniva battezzata sotto la direzione dell’autore La grande Pasqua russa, Ouverture su temi liturgici op. 36, appena composta. Con essa Rimski-Korsakov intese rendere omaggio alle tradizioni popolari del proprio paese, e in particolare a uno dei grandi riti della religiosità cristiana, quello della Pasqua. Musicalmente la partitura si basa in gran parte su temi di origine liturgica, desunti da una raccolta di canti della Chiesa Russo-ortodossa, e li combina per riprodurre i due momenti complementari della festa pasquale secondo la tradizione popolare del suo paese: l’atmosfera di mistico raccoglimento della vigilia, oscura e misteriosa (prima parte: "Lento mystico", "Maestoso". "Andante lugubre, sempre"), e la grande esplosione di giubilo della domeniea di Pasqua (seconda parte: "Allegro agitato", con l'elaborazione degli elementi tematici principali). Sia nella solenne introduzione lenta dall’aperta intonazione liturgica, autenticamente russa anche nello schema metrico in 5/2, sia nella sfavillante descrizione della festa, inframezzata da esotiche allusioni al passato pagano a lui caro, Rimski-Korsakov sciorina il proprio prodigioso mestiere di orchestratore con la sua inesauribile tavolozza di colori e di effetti strumentali, mettendolo al servizio di una celebrazione sincera dei costumi e delle tradizioni della sua terra.
Sergio Sablich