|
|
DG - 1
CD - 435 786-2 - (p) 1993
|
|
| Anton BRUCKNER
(1824-1896) |
|
|
|
|
|
|
|
| Symphonie Nr. 7
D-dur |
|
64' 57" |
|
| Edition: Leopold
Nowak |
|
|
|
| -
1. Allegro moderato |
19' 46" |
|
|
| -
2. Adagio. Sehr feierlich und sehr
langsam |
22' 51" |
|
|
| -
3. Scherzo. Sehr schnell - Trio.
Etwas langsamer |
9' 35" |
|
|
| -
4. Finale. Bewegt, doch nicht
schnell |
12' 45" |
|
|
|
|
|
|
| STAATSKAPELLE
DRESDEN |
|
| Giuseppe SINOPOLI |
|
|
|
|
|
Luogo
e data di registrazione |
|
Lukaskirche,
Dresden (Germania) - settembre
1991 |
|
|
Registrazione:
live / studio |
|
studio
|
|
|
Produced by |
|
Wolfgang
Stengel |
|
|
Tonmeister
(Balance Engineer) |
|
Klaus
Hiemann |
|
|
Editing |
|
Klaus
Behrens, Jürgen Bulgrin |
|
|
Prima Edizione
LP |
|
- |
|
|
Prima Edizione
CD |
|
Deutsche
Grammophon | 435 786-2 | LC 0173 |1
CD - 64' 57" | (p) 1993 | DDD
|
|
|
Note |
|
-
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Dei quattro
grandi sulla scena agli
inizi degli anni Ottanta del
secolo
scorso,
Wagner. Liszt, Brahms,
Bruckner. questi fu a lungo il
meno fortunato. Le sue
azioni ebbero
un`impennata solo quando il
30 dicembre del 1884 Nikiseh
diresse a Lipsia per la
prima volta
la Sinfonia
n. 7 in mi M.
Non fu un caso:
Wagner era morto, Liszt si
era rifugiato (salvo poche
eccezioni)
nella musica
religiosa uscendo
dal cosiddetto "ambiente";
prima di arrivare a Vienna,
la Settima andò a Monaco,
e il conformismo
viennese
dovette capitolare.
Le accuse di Hanslick
(di innaturalezza,
ipertrofia, morbidità, perniciosità, tenebre
a perdita d’occhio,
plumbea
noia, sollecitazione
febbrile)
non raccolsero
le consuete
adesioni. Ma ancora oggi, al
di fuori dei paesi di lingua
tedesca,
Bruckner è
solo il contraltare
di Brahms, in funzione
del quale continua a vivere.
Brahms "il progressista”
come dice Schönberg
dopo aver improntato la
parte più
dolce, più
patetica di Verklärte
Nacht sul II tema
dell`“Adagio” del Quintetto
in fa M di Bruckner;
Brahms ispiratore della Passacaglia
op. 1 di Webern,
come dicono tutti, ignorando
altrimenti
che il più riuscito
dei Cinque Pezzi per
quintetto d'archi
op. 5, il secondo,
conclude con l`inizio
dell'"Adagio" dalla Nona
di Bruckner;
tutti ricordano il tema brahmsiano
della Terza di Mahler,
nessuno le decine di
motivi bruckneriani
sparsi ovunque, specie nelle
prime quattro Sinfonie.
Perché? Perché mentre Brahms
"il progressista" presenta
subito, come direbbe Hans
Pfitzner, il proprio
biglietto da visita,
Bruckner nella Nuova Musica
c'è proprio là dove le
soluzioni armoniche sono più
ardite, ma non si rivela
perché ne è parte
integrante.
Il primo
movimento della Sinfonia
è un "Allegro moderato",
in forma-sonata
tritematica, con il primo
tema diviso in due
sezioni. C'è che vede
nell'esordio (I tema)
un'affermazione "eroica".
A mio avviso il lirismo ne
è la caratteristica
fondamentale: come
aspirazione (prime 9
battute dopo le 2 di soli
tremoli), come riflessione
(le successive 8).
L'"Allegro moderato" va
inteso, probabilmente,
come "allegro ma non
troppo", essendo evidente
che il secondo tema deve
essere eseguito più
lentamente, come postula
la struttura funzionale,
il cui contrappuntismo
esige che tutte le note
vengano ben percepite. Il
terzo tema è totalmente
fuori dall'orbita dei
primi due: la su figura
composita, in tempo
senz'altro più mosso del
secondo, è una presa di
respiro classicista prima
dello sviluppo,
relativamente breve.
Quest'ultimo è nello stile
beethoveniano caro a
Bruckner: si apre alla
dominante (si maggiore);
poi passa a toni minori in
relazione con il si, il
tutto nell'ambito di
quarta (si-mi). La ripresa
si segnala per il pedale
in mi della coda, più
unico che raro nella sua
lunghezza.
Secondo
tempo: è il famoso
"Adagio" che forse più
di ogni altra pagina ha
giocato un ruolo
determinante per la
misurata fortuna
dell'autore presso il
grande pibblico, seppure
superato forse da quelli
di Quinta, Ottava
e Nona. Fatte
salve accelerazioni,
peraltro molto
parsimoniose, nel
contesto del suo
svolgersi, questo tempo
deve essere sentito come
molto solenne e molto
lento. Tradurre "Sehr
feierlich und sehr
langsam", come
comunemente avviene, in
"adagio e maestoso", è
mettere fuori strada:
perché Bruckner, quando
voleva un "maestoso"
(primo tempo della Sesta)
indicava "Majestoso".
"Maestoso" è sempre un
qualcosa che ci
sovrasta, di cui non
possiamo essere
partecipi se non per una
volontà superiore;
"solenne" ("feierlich")
è ciò che noi decidiamo
sia tale. Feierlich
è spesso legato a
"misterioso", alle
sensazioni che possono
scaturire dalla
solennità, mentre
"maestoso" non si
discute: è al di là
dello spazio e del
stempo, e la stessa
maestà terrena esiste
solo per volontà di
quella divina,
depositaria della
totalità del potere,
innanzi tutto - tremenda,
secondariamente fons
pietatis.
L'"Adagio" è del resto
impregnato del senso
della morte, non di
eternità, e perciò non
può essere maestoso.
La
sua struttura è quella
di un rondò:
A-B-A-B-A-Coda
su A. A, in do
diesis minore, si
divide in due parti,
e comprende un
motivo completamente
lirico, ripetuto di
seguito in varie
tonalità sino a B.
B è indcato come un
"moderato" al tono
della sottodominante
(quarto grado, fa
diesis minore) ed è
molto vicino al
motivo complementare
di A, anche se più
ricco dal punto di
vista melodico. La
prima ripresa di A è
più estesa; non si
tratta di una
contaminazione con
lo sviluppo della
forma-sonata, perché
la parte centrale
del rondò è spesso
di più ampie
dimensioni nei
sinfonisti di fine
secolo. B torna su
un tono diverso (la
bemolle maggiore) da
quello della sua
prima apparizione.
Dalla terza
riproposizione di A
c'è un crescendo
sino alla coda.
All'inizio della
battura 177, su tre
f, il famoso
colpo di piatto e
l'intervento del
triangolo, oggetto
di esercitazione
filologica. In
realtà questo
intervento, che non
figura nella prima
stesura della Sinfonia
e al quale Bruckner
in principio si
oppose, fu
consigliato dagli
allievi Schalk
sostenuti da
Nikisch; l'entrata
violenta di suoni
indeterminati ha
tuttavia un effetto
vivificante
sull'esausto, lungo,
continuo portamento
delle trombe,
conferendo al Sehr
feierlich il
sigillo dell'acme
entusiastica in
senso aristotelico.
Le tre battute
introduttive della
coda sono in
diminuendo; poi la
musica funebre per
la morte di
Wagner.
Nonostante
l'anedottica su
questa "marcia",
per me è una
coda e basta. Di
tutti i delirii
bruckneriani per
Wagner fanno
giustizia non
solo la
circostanza che
"il maestro di
tutti i maestri"
viene ricordato
con l'ovvia
conclusione di
un rondò, ma
anche la lettera
di condoglianze
a Cosima, cinque
righe per
esprimere "il
più profondo
cordoglio per la
inesprimibile
perdita
dell'artista
fenomenale ecc.
ecc.": dove dopo
il "fenomenale",
i due "etc."
suonano come un
bell'attacco di
rinite
allergica. Ben
diverso il
Nostro quando
dovette
ricorrere a
Ludwig II di
Baviera per
farsi stampare
la partitura,
con una lettere
disseminata di
appellativi
altisonanti
("graziosissima,
regale, sublime,
meravigliosa,
suprema Maestà,
che trasmette
come il sole i
raggi della Sua
somma
benevolenza")
rafforzati per
contrasto da
altrettanto
esagerate
automortificazioni
("massimamente
devoto,
riverente,
ossequioso").
I raggi del
sole
raffiguravano
per il
sessantunenne
Bruckner la
speranza di
una pensione,
più che
evocare
un'immagine
parnassiana. È
il saggio che
si fa giullare
per sbertare
il folle.
Questi
atteggiamenti
di Bruckner
riducono a ben
poca cosa le
grandi
questioni
filologiche
attorno alla
sua opera:
quello che
voleva lo
scriveva; se
gli altri si
credevano in
diritto di
correggerlo,
facessero
pure. In una
società che
sacrificava i
piedi nelle
scarpe
di vernice, il
collo in alti
colletti
inamidati e
imponeva la
tortura delle
stecche di
balena ai
torsi
femminili,
Bruckner, con
le sue larghe
camicie, gli
ampi
pantaloni, le
scarpe
che reggevano
il fango della
terra arata,
scelse la
comodità
totale, quasi
a rivalersi
della
congenita
depressione.
Lo
"Scherzo" ha
la seguente
struttura:
esposizione,
sviluppo,
ripresa. Il
"Trio" si
contrappone
con un tempo
alquanto più
lento ("Etwas
langsamer"),
"Un poco più
lento") al
"Sehr Schnell"
("Presto
molto") dello
"Scherzo".
Tanto lo
"Scherzo" che
il "Trio" sono
sonate
monotematiche
in stile
classico ma
tipicamente
contrappuntistiche.
Qualcuno
sostiene che
l'ispirazione
dello
"Scherzo" gli
venne
dall'Ossessionante
canto di un
gallo che
affliggeva i
suoi riposi
notturni a St.
Florian. Wolf
sarebbe
ricorso al
fucile.
Il
"Finale",
"Bewegt, docu
nicht schnell"
("Mosso, ma
non presto"),
parte in sostanza
dall'idea
iniziale della
Sinfonia,
pur
copiosamente
variata.
Nowak,
curatore della
più recente
edizione
critica, ha
fatto bene a
segnalare una
evidente
prassi
maturata
presso i
migliori
direttori del
nostro secolo,
indicando che
dalla battuta
315, cioè
dall'inizio
della coda, il
tempo
introdotto da
III e IV corno
diventa
"solenne", in
quanto deve
alla fine
mostrarsi come
la riuscita
sintesi degli
altri tre. I
finali non
sono in
Bruckner
sempre
all'altezza
dei tre tempi
precedenti.
Questo, con
quello della Quinta,
sono gli
unici a fare
decisamente
eccezione.
Ugo
Duse
|
|
|