DG - 1 LP - 423 064-1 - (p) 1988
DG - 1 CD - 423 064-2 - (p) 1988

Ludwig van BEETHOVEN (1770-1827)






Konzert für Violine und Orchester D-dur, Op. 61
45' 47"
(Kadenzen: Fritz Kreisler)


- 1. Allegro ma non troppo 25' 42"

- 2. Larghetto 10' 29"

- 3. Rondo. Allegro 9' 36"

Romanze für Violine und Orchester Nr. 1 G-dur, Op. 40
7' 43"
Romanze für Violine und Orchester Nr. 2 F-dur, Op. 50
10' 16"




 
Shlomo MINTZ, Violine
PHILHARMONIA ORCHESTRA
Giuseppe SINOPOLI
 






Luogo e data di registrazione
Watford Town Hall, London (Gran Bretagna):
- settembre 1986 (Op. 61)
- aprile 1987 (Opp. 40 & 50)


Registrazione: live / studio
studio

Production
Günther Breest, Dr. Steven Paul

Recording Supervision
Wolfgang Stengel

Balance Engineer
Klaus Heimann

Prima Edizione LP
Deutsche Grammophon | 423 064-1 | LC 0173 | 1 LP - 64' 20" | (p) 1988 | Digital

Prima Edizione CD
Deutsche Grammophon | 423 064-2 | LC 0173 | 1 CD - 64' 20" | (p) 1988 | DDD

Note
-















Beethoven "per clemenza” scrisse il suo Concerto per violino c orchestra dedicandolo al violinista Franz Clement, per lo meno se si vuole prestar fede a quanto è scritto sulla partitura autografa: “par Clemenza pour Clement - ma tale dedica è piuttosto da leggersi come uno di quei giochi di parole che Beethoven amava fare con i musicisti che stimava. Del resto Clement non godeva solamente della “clemenza” o dei “favori di Beethoven: in una cronaca d’un giornale viennese del 1805 egli viene designato come il “beniamino del pubblico locale”. In questo stesso scritto viene fatta anche un’ampia descrizione del suo modo di suonare il violino: è lodata la sua “grazia indescrivibile, la sua gcntilezza ed eleganza; l‘estrema amabilità e delicatezza nonché la purezza” del suono deve aver esercitato un notevole fascino sui viennesi, “ed inoltre egli possiede una leggiadria tutta sua, che gli fa tenere in nessun conto anche le più incredibili difficoltà”. Quando il 23 dicembre 1806 il giovane violinista ventiseienne eseguì per la prima volta il nuovo concerto di Beethoven probabilmente da buona parte del pubblico il fatto non fu sentito come un avvenimento eccezionale; tuttavia Clement riuscì a sedurre l’uditorio con dei pezzi di bravura, gli stessi che più tardi userà anche Paganini per suscitare il “furore” del pubblico. Il programma infatti annunciava che sarebbe stata eseguita “una sonata su una sola corda e con il violino messo al contrario”.
Beethoven conosceva e stimava Clement sia come violinista che come direttore d’orchestra; agli inizi del 1806, in occasione della rappresentazione della seconda versione del Fidelio al Theater an der Wien, Beethoven venne di nuovo in stretto contatto con Clement, che era alla testa dell’orchestra di quel teatro. La decisione di scrivere per lui un concerto per violino e orchestra fu presa verosimilmente assai in fretta: infatti non c’è pervenuto quasi nessuno schizzo o abbozzo del concerto e la partitura fu ultimata con tale ritardo che Clement si trovò a suonare il concerto senza aver prima fatto le prove con l’orchestra.
Dopo la prima esecuzione del concerto Beethoven ha riscritto altre due volte la parte solistica; a noi sono giunte tre versioni differenti, delle quali è stata stampata la terza. Queste versioni se da un lato rivelano i processi compositivi di Beethoven, dall’altro mostrano anche come il compositore fosse relativamente insicuro nella tecnica violinistica, nonostante egli suonasse lo strumento in modo dignitoso. Inoltre, sembra quasi che Beethoven si sia lasciato trasportare dal particolare modo di suonare il violino di Clement ad uno spiccato lirismo, che rimane così il tono di fondo del Concerto. Ciò che è certo tuttavia è che BeethoVen deve avere avuto in mente Clement al momento di inserire certe difficoltà tecniche nella parte solistica; la tanto decantata abilità del violinista nell’ottenere una sonorità cantabile anche nel registro acuto, e in particolare sul mi cantino, ha lasciato delle tracce profonde nel Concerto beethoveniano. D'altro canto Beethoven ha preso a modello per le sue figurazioni melodiche dei concerti dei più famosi compositori della scuola violinistica francese, quali Viotti, Kreutzer e Rode. Alcuni passaggi sono stati addirittura ripresi nota per nota da Beethoven. I succitati violinisti rappresentavano all’epoca la corrente più avanzata in fatto di tecnica violinistica; Beethoven apprezzava le loro composizioni e con Kreutzer aveva addirittura stretto un rapporto personale di amicizia. Il modo in cui Beethoven riesce a combinare elementi stilistici della scuola francese con il carattere espressivo del pezzo, tagliato su misura come si è detto sulla personalità artistica di Clement, è da considerarsi come il segno tangibile di una notevole maestria compositiva.
Non sono note le circostanze e la data esatta di composizione delle due Romanze per violino. Verosimilmente quella in fa maggiore, che unicarnente per via della sua tardiva pubblicazione porta un numero d’opera piuttosto elevato, è stata scritta intorno al 1798, mentre quella in sol maggiore probabilmente nel 1801/02. Se, come sembra, esse sono state concepite come pezzi da concerto autonomi è molto probabile che siano state scritte apposta per qualche violinista famoso: purtroppo però non se ne sanno i nomi. Ad ogni modo si deve escludere categoricamente qualsiasi legame con il frammento di un Concerto per violino e orchestra in do maggiore composto da Beethoven in giovane età, all’incirca negli anni 1790/92.
Hans-Günter Klein
(Traduzione: Marco Marica)