L’allargamento
del repertorio è uno dei dati
più significativi della vita
teatrale degli ultimi anni.
Opere dimenticate di autori
maggiori e minori tornano ad
essere eseguite ma si tratta
di un fenomeno culturale che
investe per lo più i grandi
teatri o i festivals. Di
quelle opere però anche prima
esisteva qualche traccia nella
memoria degli ascoltatori,
lasciata dalle Sinfonie
d'apertura che continuarono ad
essere eseguite anche quando
dell’opera dalla quale
derivavano si era da tempo
perduta la cognizione. Si
verificava così un fenomeno
abbastanza singolare: la
Sinfonia d’apertura, scritta
dal compositore utilizzando
momenti tematici salienti
dell’opera, aveva una funzione
simpaticamente pleonastica,
quella cioè di far pregustare
all’ascoltatore che giungeva
in teatro il profumo
dell’opera. Scomparsa
progressivamente l’opera, vuoi
per le difficoltà di
esecuzione, vuoi per il mutare
delle mode, la Sinfonia
d’apertura depone la funzione
pleonastica per acquistare
quella fondamentale di sintesi
rammentatrice di una realtà
scomparsa.
In
maniera più sottile il
fenomeno investe anche le
opere che conservano il loro
posto nel repertorio e
l’esempio più calzante ce lo
offrono proprio le pagine
sinfoniche di Verdi raccolte
in questa registrazione. L’Aida,
la Traviata, Un
ballo in maschera, il Nabucco,
La forza del destino
sono pilastri immobili del
tempio della lirica, ma già
con I vespri siciliani
ci troviamo di fronte ad
un’opera della quale la
Sinfonia è un pezzo
eseguitissimo mentre le
rappresentazioni restano
alquanto rare. La sproporzione
fra notorietà della sinfonia e
scarsa cognizione dell’opera
aumenta ancora nel caso dell’Attila
e della Luisa Miller.
Ma cos’è poi realmente la
popolarità della Traviata
o dell’Aida? Quanti
frai musicofili che vivono
sparpagliati nelle città di
provincia o nei paesi - e sono
un’infinità - hanno visto
queste opere almeno un paio di
volte? Per generazioni e
generazioni il contatto con
l’opera lirica è avvenuto -
salvo una minoranza di
ascoltatori percentualmente
così modesta da costituire una
categoria a sè stante -
attraverso la banda, le
riduzioni per pianoforte ed
altri organici strumentali
perfino pittoreschi ed in
tempi più recenti attraverso
la radio e attraverso i
dischi. La popolarità
dell’opera lirica è quindi -
l'espressione non sembri una
tautologia - un fenomeno
veramente popolare ed in
questo continuo filtrare
attraverso le coscienze di
un’infinità di ascoltatori il
ruolo principale spetta
proprio alle sinfonie
d’apertura. In questo rapporto
tra una pagina sinfonica e la
realtà drammatica dell’opera,
magari neppur troppo ben
conosciuta, si crea ilcorto
circuito del mito.
Stupendamente compressi nel
giro di poche battute i
fantasmi di quell’Olimpo
straordinario si ridestano con
sembianze fantasticamente
imprecise nella fantasia degli
ascoltatori ed agiscono con
l’intensità irripetibile delle
pure essenze soggettive.
L’amore, l’eroismo, la pietà
filiale, la rinuncia, la
contemplazione, la pace che
albergano nel cuore di ognuno
si ldentificano in quei
fantasrni, in quegli idoli
sonori.
Enzo
Restagno
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