PHILIPS - 1 LP - 411 469-1 - (p) 1984
PHILIPS - 1 CD - 411 469-2 - (c) 1984

Giuseppe VERDI (1813-1901)






Overtures
54' 27"
- La forza del destino - Sinfonia 7' 13"

- Aida - Preludio 4' 29"

- Attila - Preludio 3' 26"

- Luisa Miller - Sinfonia 5' 53"

- La Traviata - Preludio (Atto II) 4' 25"

- La Traviata - Preludio (Atto III) 4' 20"

- Un ballo in maschera - Preludio 4' 48"

- Nabucco - Sinfonia 7' 42"

- I vespri siciliani - Sinfonia 8' 34"





 
WIENER PHILHARMONIKER
Giuseppe SINOPOLI
 






Luogo e data di registrazione
Wien (Austria) - dicembre 1983

Registrazione: live / studio
studio

Producer / Engineer
-

Prima Edizione LP
Philips | 411 469-1 | 1 LP - 54' 27" | (p) 1984 | Digital

Prima Edizione CD
Philips | 411 469-2 | 1 CD - 54' 27" | (p) 1984 | DDD


Note
-














L’allargamento del repertorio è uno dei dati più significativi della vita teatrale degli ultimi anni. Opere dimenticate di autori maggiori e minori tornano ad essere eseguite ma si tratta di un fenomeno culturale che investe per lo più i grandi teatri o i festivals. Di quelle opere però anche prima esisteva qualche traccia nella memoria degli ascoltatori, lasciata dalle Sinfonie d'apertura che continuarono ad essere eseguite anche quando dell’opera dalla quale derivavano si era da tempo perduta la cognizione. Si verificava così un fenomeno abbastanza singolare: la Sinfonia d’apertura, scritta dal compositore utilizzando momenti tematici salienti dell’opera, aveva una funzione simpaticamente pleonastica, quella cioè di far pregustare all’ascoltatore che giungeva in teatro il profumo dell’opera. Scomparsa progressivamente l’opera, vuoi per le difficoltà di esecuzione, vuoi per il mutare delle mode, la Sinfonia d’apertura depone la funzione pleonastica per acquistare quella fondamentale di sintesi rammentatrice di una realtà scomparsa.
In maniera più sottile il fenomeno investe anche le opere che conservano il loro posto nel repertorio e l’esempio più calzante ce lo offrono proprio le pagine sinfoniche di Verdi raccolte in questa registrazione. L’Aida, la Traviata, Un ballo in maschera, il Nabucco, La forza del destino sono pilastri immobili del tempio della lirica, ma già con I vespri siciliani ci troviamo di fronte ad un’opera della quale la Sinfonia è un pezzo eseguitissimo mentre le rappresentazioni restano alquanto rare. La sproporzione fra notorietà della sinfonia e scarsa cognizione dell’opera aumenta ancora nel caso dell’Attila e della Luisa Miller. Ma cos’è poi realmente la popolarità della Traviata o dell’Aida? Quanti frai musicofili che vivono sparpagliati nelle città di provincia o nei paesi - e sono un’infinità - hanno visto queste opere almeno un paio di volte? Per generazioni e generazioni il contatto con l’opera lirica è avvenuto - salvo una minoranza di ascoltatori percentualmente così modesta da costituire una categoria a sè stante - attraverso la banda, le riduzioni per pianoforte ed altri organici strumentali perfino pittoreschi ed in tempi più recenti attraverso la radio e attraverso i dischi. La popolarità dell’opera lirica è quindi - l'espressione non sembri una tautologia - un fenomeno veramente popolare ed in questo continuo filtrare attraverso le coscienze di un’infinità di ascoltatori il ruolo principale spetta proprio alle sinfonie d’apertura. In questo rapporto tra una pagina sinfonica e la realtà drammatica dell’opera, magari neppur troppo ben conosciuta, si crea ilcorto circuito del mito. Stupendamente compressi nel giro di poche battute i fantasmi di quell’Olimpo straordinario si ridestano con sembianze fantasticamente imprecise nella fantasia degli ascoltatori ed agiscono con l’intensità irripetibile delle pure essenze soggettive. L’amore, l’eroismo, la pietà filiale, la rinuncia, la contemplazione, la pace che albergano nel cuore di ognuno si ldentificano in quei fantasrni, in quegli idoli sonori.
Enzo Restagno