|
|
DG - 1
LP - 2531 011 - (p) 1978
|
 |
| DG - 2
CDs - 437 739-2 - (c) 1993 |
|
| Sylvano BUSSOTTI
(1931)
|
|
|
|
|
|
|
|
| Bergkristall,
per grande orchestra |
|
29' 50" |
|
| Balletto
in un atto e sette scene. Libretto
dal racconto di Adalbert Stifter |
|
|
|
| -
I. Vigilia di Natale sui monti - I
fanciulli recano doni |
3' 06" |
|
|
| -
II. L'albero di Natale nella casa
dei nonni |
2' 28" |
|
|
| -
III. La disgrazia del fornaretto
scomparso |
4' 36" |
|
|
| -
IV. Smarrita la strada - La tormenta |
3' 13" |
|
|
| -
V. Nel ghiacciaio eterno |
3' 35" |
|
|
| -
VI. Bergkristall |
6' 54" |
|
|
| -
VII. L'aurora |
6' 01" |
|
|
|
|
|
|
| Lorenzaccio
Symphony, per grande orchestra |
|
12' 50" |
|
| Dal
melodramma romantico danzato secondo
Alfred de Musset |
|
|
|
|
|
|
|
SINFONIEORCHESTER
DES NORDDEUTSCHEN RUNDFUNKS, HAMBURG
|
|
| Giuseppe SINOPOLI |
|
|
|
|
|
Luogo
e data di registrazione |
|
NDR-Studio,
Hamburg (Germania) - dicembre 1977 |
|
|
Registrazione:
live / studio |
|
studio |
|
|
Executive
Producer |
|
Dr.
Rudolf Werner |
|
|
Recording
Producer |
|
Gerald
Götze, NDR
|
|
|
Balance
Engineer |
|
Gerwald
Gilewitz, NDR
|
|
|
Publishers |
|
G.
Ricordi & C. S.p.A., Milano |
|
|
Prima Edizione
LP |
|
Deutsche
Grammophon | 2531 011 | LC 0173 |
1 LP | (p) 1978 |
|
|
Prima Edizione
CD |
|
Deutsche
Grammophon "20th Century Classics"
| 437 739-2 | LC 0173 | 2 CDs - 69'
55" - 42' 55" - (2°) | (c) 1993 |
ADD
|
|
|
Note |
|
La
pubblicazione in Compact Disc
contiene anche "Rara Requiem"
(dir. Giampiero Taverna)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
A suo
modo Sylvano Bussotti ha
imitato il fratello pittore,
Renzo, dal cui volumetto
arricchito di “stupefacenti
schizzi" egli, nella prima
giovinezza, venne a
conoscere Bergkristall
(Cristallo di rocca)
di Stifter: le ultime pagine
della partitura bussottiana
di Bergkristall
mostrano una gran quantità
di bozzetti
per costumi, figurini,
disegni di scenari che sono
da collocare al punto
d'incontro tra romanticismo,
stile liberty, e
surrealismo; espliciti
indizi del carattere sinestetico
di Bussotti, delle
sue molteplici doti di
musicista, disegnatore,
attore e regista Allo stesso
tempo tutti questi elementi chiaramente
costituiscono un accenno
all'ambivalenza di
quest'opera che Bussotti
chiama, sì,
poema sinfonico, ma a cui ha
dato inoltre
il sottotitolo di “Balletto
in un atto e sette scene".
Per mentenere la
similitudine, diciamo
che le
sette sezioni della
partitura arricchiscono, per
così dire, la novella di
Adalbert Stifter di paesaggi
musicali stupefacenti, trasferendo
i personaggi
e gli avvenirnenti, che
lo scrittore
situava in alta montagna
- un mondo
raffinato
nella sua sobria semplicità
- nell'ambito
della fantasia florida,
addirittura esuberante di
Bussotti, che
popola i ghiacciai
con apparizioni di spiriti e
avvolge la commovente storia
dello smarrimento
e del ritrovamento miracoloso
di due bambini, il giorno di
Natale, in una veste
musicale intessuta
dell'incessante pullulare di
colori,
ritmi, schizzi,
ornamenti. Questa musica
rivela senz'ambagi il suo
carattere cangiante ed
icastico; è
di una complessità
vibrante, di estrema
sensualità;
rammemora
con timbri sottili
l'atmosfera soffusa
creata da un albero
di Natale decorato e dalla
luce delle candele; giunge,
nei passaggi percussivi
della sesta sezione, fino
ad un rumorismo
di tendenza chiaramente
naturalistica e disegna,
nell'"Adagio" finale - con
un ostinato di corde
pizzicate,
di percussioni
e di tastiere nel registro
sovracuto - lo scintillio,
in milioni di sfaccettature,
dei cristalli di neve nella
luce rosata dell'alba. Il
principio
strutturale, di estrema importanza
per Bussotti, della ripresa
variata, viene usato in
numerosi passi; si
può descriverlo come l'operare
con strati sonori
combinabili, che
uniti fra loro danno vita ad
un contesto più ampio o
che
da un contesto
originariarnente più ampio
possono essere estratti
quali elementi a sé
stanti. La quinta sezione ne
è una
chiara dimostrazione:
consiste di cinque frammenti
dal colorito strumentale
diverso dapprima esposti uno
dopo l’altro, quindi
eseguiti in nove
combinazioni differenti, per
poi essere ripresentati
tutti assieme
simultaneamente
nella conclusione.
Sullo stesso principio si
basa il primo movimento
della Sinfonia "Lorenzaccio".
Essa è
estratta dall'opera teatrale
a cui Bussotti lavorò
negli anni 1968-72, ispirata
al dramma omonimo
di Alfred de Musset, che ha
per soggetto l'uccisione,
nell'anno 1537, del tiranno
fiorentino Alessandro de’
Medici per mano del cugino
Lorenzo, detto Lorenzaccio.
La sinfonia
qui riportata contiene brani
del terzo e quarto
atto in una successione
diversa dalla versione
scenica, disposti cioè in
maniera da descrivere una
loro propria curva
espressiva indipendente.
Tale curva si innalza, nel movimento
introduttivo, con un quadro
di cupa fastosità,
inarcandosi poi
drammaticamente in un
movimento per fiati e
strumenti a percussione
inasprito nel carattere
sonoro e dinamico, e
raggiunge il punto
culminante in un
passaggio di “tutti”, che
pare un’unica, aleatoria
congerie di suoni, ma che è
costituito da quaranta voci
singole, elaborate con
rigorosa precisione. Il
motivo iniziale di quattro
note della sezione seguente
fa tornare alla mente il
movimento per fiati e
strumenti a percussione, però la
curva si evolve con sempre
maggiore insistenza verso un
lirico soggettivismo. Per
breve tempo vi è una
reminiscenza al passo
della “congerie di suoni”,
ma l’ultimo
terzo è
dominato dalle cantilene di
molteplici
strumenti solisti; dalla
bellezza e dalla dolcezza che
assume il tono dell'adagio
romantico; dalle fini
parafrasi, ricche di
chiaroscuri abilmente
sfumati,
del pedale d’armonia sulla
nota la. L’ultima parola, in
questo epilogo tutto interiore,
che
con il
suo palese anelito di
bellezza trasforma in suono
uno dei lati più
caratteristici di
Bussotti, è
affidata alla chitarra
solista che
sostituisce qui il liuto,
strumento preferito di quel
rinascimento
che ha
dato il volto a Firenze,
teatro della vicenda
del "Lorenzaccio"
e città
natale del compositore.
Josef
Häusler
(Traduzione:
M. G. Kölling-Bambini)
|
|
|