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Mémoires
intimes (1981,
Presses de la Cité)
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Memorie
intime (seguite dal Libro di Marie-Jo) |
Traduzione di Laura
Frausin Guarino
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ADELPHI
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La
collana dei casi - N. 54 | Prima edizione: maggio 2003 | 1228
pagine | 14 x 22 cm. |
ISBN
88-459-1775-4 | 9 788845 917752 | Euro 29,80
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«”Save me
Daddy” – I’m dying – I’m lost in the space,
the silence of death» aveva scritto, poco
prima di morire, Marie-Jo, la venticinquenne
figlia minore di Georges Simenon. Il 19 maggio
1978, con un proiettile calibro 22, Marie-Jo
si uccide nel suo appartamento di Parigi. È un
suicidio annunciato, e del resto più volte
tentato: dopo essere stata una bambina
«difficile», Marie-Jo era entrata sin
dall’adolescenza in un ciclo infernale di
cliniche, fughe, ospedali psichiatrici. Come
lei stessa ha chiesto, il corpo viene
trasportato a Losanna e cremato, le ceneri
disperse nel giardino della casa del padre. Da
quel momento Simenon si immerge nella lettura
delle lettere, delle agende, delle poesie e
nell’ascolto delle cassette lasciate dalla
figlia; e nel 1980 a settantasei anni, lui che
dal febbraio del 1972 ha smesso di produrre
romanzi compone febbrilmente queste Memorie.
Per commemorare la figlia, ma anche per
placare insieme il dolore e i sensi di colpa,
si affida alla forza inappellabile del
ricordo, e dà vita a una sorta di grande
affresco autobiografico, completato dalla
raccolta dei pochi scritti che la ragazza,
segnata da una irrisolta vocazione artistica,
ha lasciato: il Libro di Marie-Jo.
Dedicate alla sua creatura perduta, le pagine
di questa straordinaria «confessione» hanno in
realtà un solo protagonista: lo stesso
Simenon, qui al centro di quello che è forse
il più imponente dei suoi romanzi, dove la
sapienza del narratore si coniuga a una
«cognizione del dolore» tutta nuova, e in
qualche modo stupefacente per l’autore stesso.
All'indomani
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