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1 CD -
GMD 1/19 - (c) 1989
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I MAESTRI DELLA
MUSICA
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Franz Joseph
HAYDN (1732-1809)
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Sinfonia
N. 103 in Mi bemolle maggiore
"Rullo di Timpani", Hob. I/103 |
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29' 09" |
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Adagio, Allegro con spirito
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7' 45" |
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1 |
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Andante più tosto allegretto
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10' 04" |
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2
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Minuetto, Trio
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5' 43" |
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3
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Finale. Allegro con spirito
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5' 37" |
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4 |
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Sinfonia
N. 92 in Sol maggiore "Oxford",
Hob. I/92 |
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26' 11" |
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- Adagio, Allegro
spiritoso
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6' 27" |
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5
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- Adagio (o Largo
cantabile)
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8' 32" |
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6
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- Minuetto, Trio
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5' 50" |
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7
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- Finale (Presto)
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5' 32" |
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8 |
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Berlin Radio
Symphony Orchestra / Lorin Maazel, Direttore |
Berlin - 14-16
October 1968
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Manufactured |
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Tecval
Memories SA (Switzerland) |
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Prima Edizione LP |
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Concert
Hall | SMS 2616 | (p) 1969
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Edizione CD |
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De
Agostini | GMD 1/19 | 1 CD -
durata 56' 10" | (c) 1989 | ADD |
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Note |
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Haydn
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SINFONIA
N. 103 "RULLO DI
TIMPANI"
SINFONIA
N. 92 "OXFORD"
Nelle Haydíne,
lettere che ripercorrono la
vita e le opere di Joseph
Haydn, il poeta e
librettista Giuseppe Carpani
così definì e giudicò parte
della produzione musicale
del compositore austriaco:
«É in questi tanto numerosi
lavori, e singolarmente ne'
quartetti e nelle sinfonie a
tutta orchestra, che l'Haydn
spiegò le ali del genio e
mostrò l'abbondanza e
l'originalità del suo
mirabile talento. Fa invero
meraviglia che in questi 527
componimenti strumentali,
scritti nel corso di 50
anni, egli non si è copiato
mai, non si è mai ripetuto.
Soltanto, e ad arte, alcune
rare volte nella sua musica
vocale replicò qualche passo
conosciuto delle sue
sinfonie».
In questa sede prendiamo in
esame solamente due delle
104 sinfonie che si è
convenuto di attribuire ad
Haydn: la Sinfonia n. 92
'Oxford' e la Sinfonia
n. 103 'Rullo di
timpani'. Non si tratta di
due sinfonie qualsiasi,
prese a caso dal mucchio,
bensì di due composizioni
che in modo significativo
sintetizzano il percorso
finale e più completo della
lunga ricerca musicale di
Haydn. Basti qui ricordare
che Haydn nacque nel 1732,
lo stesso anno in cui Bach
si trovava a Lipsia intento
a comporre la Messa in
si minore, eche morì
nel 1809, circa vent'anni
dopo la scomparsa di Mozart
e quandoBeethoven aveva già
composto la Sinfonia n.
5 e la n. 6.
Per comprendere le
innovazioni e la grandezza
delle ultime sinfonie
diHaydn, è necessario
compiere un brevissimo
viaggio nei precedenti anni
di lavoro del musicista, in
particolare in quelli in cui
la sua attività era
totalmente dedicata ad
abbellire la corte di Nicola
Esterházy. ln un primo
tempo, si fanno sentire con
una certa evidenza le
influenze dello stile
barocco e le infiltrazioni
del concerto: tonalità
minori sviluppate senza
tragicità, ampi fugati,
effetti di eco,
progressioni, una certa
preponderanza del ritmo nei
temi. Poi, a partire dal
1775, la musica e le
sinfonie di Haydn si fanno
più pregnanti di
significati: emergono un
certo intimismo e qualche
aggressività, il tono minore
diviene più incisivo, il
ritmo scopre le sincopi e,
soprattutto, i temi hanno un
rilievo molto più evidente,
quel rilievo che, assieme al
bipartitismo, è
caratteristica della
forma-sonata, perno della
nuova sinfonia. Il lavoro di
ricerca e di trasformazione
si sposta anche su altri
generi: le opere, di cui la
corte degli Esterházy aveva
grande bisogno per abbellire
il proprio importante
teatro, e i quartetti, che
si arricchiscono
imprevedibilmente di beffe,
trabocchetti per gli
ascoltatori, cantabilità
prese in prestito dalla
musica vocale.
Questo fedele e incessante
lavoro Haydn lo fa certo per
gli Esterházy, ma anche per
se stesso, per la propria
curiosità di esplorare campi
sempre nuovi. Quando, nel
1785, è incaricato di
scrivere non più per la
'sala terrena' del palazzo
presso il quale abita e
presta servizio ma per i
complessi più importanti del
tempo, Haydn coglie
l'occasione per dar vita a
sinfonie dal sapore quanto
mai estroverso, puntando su
colori vivaci e,
soprattutto, sulgioco
curioso e un po' burlesco
che già aveva sperimentato
nei quartetti. Nascono cosi
le sei sinfonie dette
'parigine', commissionate
dall'istituzione dei
Concerti della Loggia
Olimpica ed eseguite per la
prima volta a Parigi nel
1787. L'esperienza si rivela
fondamentale; l'autore
tratta con ironica pacatezza
quello stile galante e dotto
che aveva influenzato le sue
prime sinfonie, vi infila
accanto spunti popolareschi,
inserisce gradevoli passi di
danza, elabora i temi
avventurandosi
nell'avvincente gioco delle
modulazioni, ricava da uno
stesso soggetto sviluppi
ricchi e diversi.
È con questa esperienza alle
spalle che, nel 1789, Haydn
scrive a Vienna la Sinfonia
n. 92, eseguita a
Oxford due anni più tardi in
segno di ringraziamento per
la laurea honoris causa
che gli era stata conferita;
da quel momento, la Sinfonia
n. 92 verrà chiamata
con il nome della celebre
cittadina inglese. La Oxford
segna l'inizio non solo di
una stagione colma di
clamorosi successi oltre
Manica, ma anche di un
ulteriore rinnovamento della
sinfonia. Già in essa il
compositore austriaco
anticipa infatti il perfetto
equilibrio orchestrale delle
future sinfonie “londinesi”,
scegliendo un organico in
cui inserisce il flauto, due
oboi, due fagotti, due
corni, due trombe, timpani e
archi. Le proporzioni più
ampie assunte dell'orchestra
offrono ad Haydn l'occasione
per cercare nuovi equilibri,
nuovi impasti e contrasti
espressivi, oltre che
tematici, nei quali trovano
libero spazio anche gli
strumenti solisti, sia nella
loro contrapposizione sia
nella fusione in gruppi
omogenei o nel tutti. La
piena maturità dello stile
sinfonico haydniano si
rivela proprio con la Oxford:
nel primo tempo, spicca un
contrappunto sviluppato in
maniera brillante, con
grande ricchezza di effetti
dinamici; nell'Adagio,
accanto a uno sviluppo di
variazioni, trova spazio la
forma ternaria (A-B-A) che
tanto piaceva ad Haydn; il
Minuetto, ricalcando ciò che
il compositore aveva già
sperimentato nei quartetti e
nelle sinfonie “parigine”,
accomuna una certa rudezza
rubata al genere popolare a
una sottile invenzione
tematica, mentre il Trio,
intermezzo del Minuetto,
sottolinea le qualità
concertanti delle tre voci
degli strumenti a fiato; il
Finale, quel Finale che
tanto infiammò il pubblico
inglese, contiene tutte le
invenzioniespressive del
bagaglio haydniano, puntando
molto sulla distribuzione
del materiale tematico fra i
diversi gruppi orchestrali.
La Sinfonia n. 103
“Rullo di timpani' è la
penultima sinfonia composta
da Haydn e, come le altre
undici scritte tra il 1794 e
il 1795 durante il secondo
viaggio in Inghilterra,
riassume tutti gli elementi
strumentali ed espressivi
maturati dal musicista.
Nell'Adagio introduttivo un
sinistro 'rullo di timpani'
apre il sipario su uno
scenario desolato. La
melodia lenta e triste è
eseguita solo dal grave e le
voci più acute prendono
parte a questo lugubre
racconto solo nella seconda
parte. Le ultime battute si
soffermano a ripetere sempre
lo stesso intervallo
ascendente, un semitono
ripetuto che sembra un
supplica. Ma appena spunta
guizzante e vivo l'Allegro
con spirito, proprio dalla
ripresa del semitono
ascendente (sol-la bemolle)
nasce la nuova idea
tematica. Le tenebre
dell'introduzione sono
dimenticate, e in questa
danza volteggiante appare e
scompare il primo tema che
si combina con estrema
perizia con la seconda idea
tematica. Nello sviluppo è
sempre presente la cellula
primaria, ossia il semitono
ascendente, che si presenta
eseguito in mille modi
diversi. Quando, con la
ripresa, sembra giunta la
conclusione, un accordo
fragoroso in minore ci
riapre una pagina che
avevamo dimenticato. Di
nuovo l'Adagio introduttivo
diffonde le sue note
malinconiche, subito
travolte dalla coda che con
allegria conclude il
movimento. Il secondo tempo,
Andante più tosto
allegretto, è una serie di
variazioni su due temi, uno
in minore e l'altro in
maggiore, che si alternano
creando una contrapposizione
tra emozioni assai diverse,
dalla dolcezza
all'aggressività. Entrambi i
temi derivano da due canzoni
popolari croate, il primo
dal canto Na Travhiku,
il secondo da Jur
Postaje. Il Minuetto è
dolce e quieto e contiene
uno dei trii più
affascinanti di Haydn; con
un gioco di corrispondenze
tra archi e fiati ci viene
proposta una leggera melodia
in eco a tre voci, in cui il
primo clarinetto suona con i
primi violini, il secondo
con i secondi e il fagotto
con le viole in una fusione
timbrica assai preziosa. Il
Finale. Allegro con spirito
si apre con i corni soli che
eseguono lunghi bicordi, da
cui scaturiscono numerose
idee tematiche tra le quali
ne prevale una, anch'essa
derivata da una canzone
popolare croata. L'intero
movimento è animato da una
grande vitalità, che
raggiunge il culmine quando
il motivo iniziale dei corni
viene eseguito, nelle
battute conclusive, dalle
trombe.
La Sinfonia n. 103
venne eseguita il 2 marzo
1795 sotto la direzione
dello stesso Haydn. Il
giorno seguente apparve sul
“Morning Chronicle” la
seguente recensione: «È
stata eseguita una nuova Ouverture
del fertile e affascinante
Haydn [Ouverture era
il termine comunemente usato
per definire le sinfonie, n.d.t.]
che, come al solito, ha
presentato continui lampi di
genio unitamente ad armonia
e grazia. L'introduzione ha
suscitato la più profonda
attenzione, l'Allegro ha
affascinato, l'Andante è
stato delizioso, il Minuetto
e specialmente il trio sono
stati giocosi e dolci, e
l'ultimo movimento si è
mantenuto allo stesso
livello dei precedenti, non
superiore ad essi››. Per un
insieme di circostanze, il
manoscritto della Sinfonia
n. 103 'Rullo di
timpani' si trova oggi al
British Museum di Londra.
Haydn lo aveva donato a
Luigi Cherubini, cui era
legato da una profonda
amicizia, in occasione della
prima dell'opera del
compositore italiano Faniska
(1806). l due musicisti si
erano conosciuti nel 1805 a
Vienna, dove Cherubini si
era recato per consegnare
all'anziano maestro
austriaco un diploma e una
medaglia da parte del
Conservatorio di Parigi che
lo aveva eletto membro
onorario. Nel luglio 1879 il
figlio maggiore di Cherubini
vendette il manoscritto a
Julian Marshall, da cui il
British Museum lo acquistò
poco tempo dopo.
Mariangela
Míaniti
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