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1 CD -
GMD 1/9 - (c) 1989
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I MAESTRI DELLA
MUSICA |
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Georg
Friedrich HÄNDEL (1685-1759)
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Musica
sull'acqua (Suite) |
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31' 46" |
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Ouverture
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4' 06" |
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1
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-
Adagio e staccato
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2' 10" |
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2
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-
Allegro, Andante, Allegro
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6' 52" |
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3
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-
Allegro
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2' 53" |
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4 |
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-
Aria
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3' 36" |
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5
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-
Minuetto
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2' 20" |
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6
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-
Bourrée
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1' 15" |
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7 |
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- Cornamusa
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1' 21" |
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8
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-
Poco allegro
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2' 54" |
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9 |
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Alla cornamusa
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4' 31" |
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10 |
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Musica
per i fuochi d'artificio
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17' 16" |
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-
Ouverture
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7' 53" |
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11 |
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-
Bourrée |
1' 09" |
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12 |
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-
La Paix: Largo alla siciliana
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4' 21" |
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13 |
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La Réjouissance: Allegro
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1' 59" |
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14 |
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Minuetto I
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0' 46" |
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15 |
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-
Minuetto II
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1' 08" |
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16 |
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Ars Rediviva
Ensemble / Milan Munclinger, direttore |
Supraphon Studio at the House of
Artists, Prague - Junaury / March 1973
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Manufactured |
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Tecval
Memories SA (Switzerland) |
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Prima Edizione LP |
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Supraphon
| 1 10 1556 | (p) 1974
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Edizione CD |
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De
Agostini | GMD 1/9 | 1 CD - durata
49' 57" | c) 1989 | ADD |
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Note |
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Händel
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MUSICA
SULL'ACQUA (SUITE)
Quella che
oggi conosciamo come Musica
sull'acqua non fu
composta originariamente per
un'unica occasione;
probabilmente è l'insieme di
più suites in
diverse tonalità, scritte in
periodi successivi e con
destinazioni svariate. È
quindi piuttosto difficile
definire con certezza il
periodo cui ascrivere la
data di composizione di
quest'opera. Un aneddoto,
probabilmente di fantasia,
vuole che Musica
sull'acqua sia stata
scritta da Händel per
celebrare l'avvenuta
riconciliazione con il re
d'Inghilterra Giorgio I.
Abbiamo comunque un
riferimento preciso che ci
viene dal “Daily Courant” a
proposito della festa sul
fiume tenutasi il 17 luglio
1717: "Il Re si imbarcò a
Whitehall su una chiatta
aperta e navigò sul fiume in
direzione di Chelsea. La City
Company's Barge
(appellativo
dell'imbarcazione, n.d.t.)
fu utilizzata per
l`orchestra: vi erano
cinquanta strumenti di ogni
sorta che suonarono per
tutto il tragitto, da
Lambeth, le splendide
sinfonie composte
espressamente per
l'occasione da Mister
Händel; Sua Maestà gradi
così tanto queste opere che
volle a tutti i costi
riascoltarle più e più volte
sia all'andata che al
ritorno".
Il materiale che compone la
Musica sull'acqua
proviene, con tutta
probabilità, da tre suites
distinte, di cui le prime
due destinate a essere
eseguite all'aperto, mentre
la terza, in sol maggiore,
doveva essere inserita in un
concerto da tenersi
all'interno del palazzo
all'arrivo a Chelsea. La
prima edizione stampata
dell'opera risale al 1733, e
le sue numerose versioni ne
testimoniano la grande
popolarità ottenuta allora e
giunta fino ai giorni
nostri. La compagine
orchestrale è di notevoli
dimensioni e di grande
effetto. Ottoni (corni,
trombe), legni (oboe,
fagotto, flauti) e timpani
rendono alcune sezioni assai
colorite e possenti, in
conformità con l'esigenza di
essere udite chiaramente in
un luogo aperto.
La raccolta che viene
presentata in questa sede ci
sottopone alcune sezioni
della composizione
händeliana. L'Ouverture
si apre maestosa e solenne
con un passaggio
all'unisono, che sembra
quasi sottolineare
l'incedere lento e regale di
un corteo principesco, da
cui scaturisce un Allegro
brillante e giocoso in cui
la prima idea tematica viene
esposta dal primo violino,
quindi dal secondo e infine
dai bassi in un divertente e
ricco schema di fuga. Altri
incisi tematici si
sovrappongono a questo
rendendo il quadro via via
sempre più articolato e
coinvolgente sino alle
battute conclusive,
inaspettatamente lente,
momento di collegamento con
l'Adagio e staccato. Questa
seconda sezione è
profondamente diversa dalla
precedente: assorta e
meditabonda, affida alle
voci suadenti di oboe e
fagotto il suo canto
malinconico cui fanno eco i
violini. Ci ritroviamo di
nuovo in un clima fastoso
con la terza sezione,
Allegro. L'orchestra,
arricchita da una coppia di
corni, vi irrompe con grande
vitalità: archi e fiati si
fronteggiano, ingaggiando un
confronto serrato e molto
vario ritmicamente.
L'atmosfera muta con
l'apparizione di un Andante,
deciso e più intimo,
marcatamente imperniato sul
confronto dialogico tra gli
archi e i legni, tanto da
risultare meglio iscrivibile
in un contesto cameristico.
Il ritorno pomposo
dell'Allegro conclude questo
episodio. Il breve Allegro
che costituisce il quarto
brano della suite e
un delizioso quadretto in
cui brevi incisi melodici si
alternano in forma di
dialogo. 'Aria' è il titolo
del movimento successivo: la
melodia è semplice e
graziosa, contraddistinta
dal ritmo puntato, un
particolare andamento a
singhiozzo, che perdura per
tutta la pagina. La voce
possente dei corni introduce
il tema del Minuetto: un
avvenimento insolito per le
sale dei palazzi
settecenteschi, ma
assolutamente coerente con
le esigenze acustiche di una
gita allßaperto. Anche il
Trio è dominato dalla voce
calda di uno strumento a
fiato, il fagotto, che
sviluppa un canto triste e
malinconico in faminore. Il
ritorno dei corni, con la
ripetizione del primo
motivo, conclude il
Minuetto. La Bourrée
e molto breve e, di norma,
viene ripetuta tre volte: la
melodia principale è
affidata la prima volta ai
violini, la seconda agli
oboi, la terza a entrambi.
Lo stesso sistema viene
usato per il brano
denominato 'Cornamusa', un
quadretto di notevole
grazia. ll Poco Allegro è
festante ed entusiasmante,
ricco di colore e carico di
energia vitale. L'alternanza
di combinazioni ritmiche
diverse e la loro
sovrapposizione creano
effetti piacevoli e giocosi.
Il movimento finale, che
porta il titolo 'Alla
cornamusa', è un pezzo en
plein air con corni e
trombe nel ruolo di
protagonisti: l'atmosfera è
di nuovo festosa e al tempo
stesso conforme al carattere
ufficiale dell'evento che la
composizione intende
celebrare.
MUSICA
PER I FUOCHI D'ARTIFICIO
La
composizione di quest'opera
è legata a un avvenimento
storico di notevole
importanza, la stipulazione
del trattato di pace a
Aix-la-Chapelle nell'ottobre
del 1748, con cui si
concludeva ufficialmente la
guerra di successione
austriaca. In Inghilterra si
organizzarono grandi
festeggiamenti, che si
svolsero il 27 aprile
dell'anno successivo. Questo
ritardo fu causato dagli
elaboratissimi preparativi:
fu eretto addirittura un
padiglione in Green Park, da
cui il re con la corte
avrebbe potuto ammirare i
fuochi d'artificio e
ascoltare le musiche che
Händel fu incaricato di
comporre. Questo è quanto il
duca di Monmouth scrisse, il
28 marzo 1749, al
Supervisore dei Fuochi
d'artificio di Sua Maestà:
"Händel ora propone di
disporre solo di dodici
trombe e dodici corni
Francesi; inizialmente
dovevano essercene sedici
sia delle une che degli
altri; io mi ricordo di
averne parlato al Re che, in
un primo momento, si era
mostrato contrario; ma
quando gli spiegai che i
pezzi da eseguire erano per
lo più di carattere
marziale, egli si mostrò
molto soddisfatto e disse
che sperava di non udire
alcun violino. Ora Händel
propone di diminuire il
numero delle trombe e degli
ottoni e di inserire gli
archi. Io non ho alcun
dubbio sul fatto che quando
il Re udrà queste modifiche
se ne dispiacerà moltissimo.
Se lo spettacolo deve essere
fatto in modo da far piacere
al Re senza riserve, non
devono essere utilizzati
strumenti di alcun tipo
all'infuori di quelli
marziali" (trad. M. L.
Merlo). L'avvenimento si
trasformò in una grandiosa
festa cui parteciparono
tutti i londinesi. Il
proprietario del Vauxhall
Garden offrì l'utilizzazione
anche di questo spazio, con
luci e lanterne, ma a
condizione che vi potesse
giungere il suono della
musica; Händel, che pure si
mostrò contrario, dovette
cedere anche su questo punto
e adattare l'organico
orchestrale a questa nuova
esigenza. Si giunse quindi
al notevole numero di
sessanta esecutori: nove
trombe, nove corni,
ventiquattro oboi, dodici
fagotti, un controfagotto,
tre coppie di timpani e
altre due percussioni. ll
concerto per il popolo ebbe
luogo alle undici del
mattino del 21 aprile e,
stando a quanto venne
pubblicato dal “Gentleman's
Magazine”, ben 12.000
persone si riunirono,
pagando il biglietto che
costava mezza corona. Si
dovette chiudere il ponte di
Londra per tre ore e nei
quartieri circostanti fu
bloccato il passaggio.
L'esecuzione per il re e i
suoi ospiti iniziò invece
alle sei del pomeriggio e a
essa seguì lo spettacolo
pirotecnico. Durante la
manifestazione, però, una
parte del padiglione prese
fuoco; il Cavalier
Servandoni, che aveva
disegnato la costruzione,
sguaìnò allora la spada e si
diresse, con evidenti
intenzioni bellicose, verso
il responsabile della
sicurezza e dei fuochi
d”artificio che tuttavia
riuscì a disarmarlo.
Arrestato e condotto in
prigione, fu scarcerato il
giorno dopo e poté
presentare le sue scuse.
Le sezioni che compongono la
suite sono sei. La
prima, Ouverture, è
un brano di notevoli
dimensioni in cui possiamo
evidenziare tre momenti.
Inizia con un Largo,
all'unisono, marziale; il
profilo ritmico è aggressivo
ed energico per l'uso
frequente della cellula
puntata, quella del rimbalzo
e del galoppo, che imprime
alla linea melodica il
carattere eroico e pomposo
che ci colpisce. Tre battute
Adagio servono da
introduzione all'Allegro. In
questa sezione si alternano
profili ritmici diversi:
dapprima si presenta ancora
una sequenza di cellule
puntate ravvicinate che ci
travolgono come un reparto
di cavalleria lanciato
all'attacco, mentre i
timpani sottolineano e
scandiscono quasi fossero
divenuti anch'essi tamburi
militari; lo schema ritmico
dei timpani, incitante e
imperativo, viene poi
ripreso dall'orchestra. La
terza sezione dell'Ouverture,
Lentamente, è scritta per
una parte soltanto
dell'orchestra, quella che
nella scrittura originale
era costituita dai legni
(oboi e fagotti) e che nella
versione che presentiamo
viene eseguita dagli archi.
Ua'mosfera è quieta e
riflessiva e lascia
presagire la conclusione
delle violenze della guerra.
Segue la Bourrée,
una danza garbata composta
originariamente per i soli
legni. La Paíx:
Largo alla Siciliana è una
pagina molto delicata e
ricca di un fascino intimo e
profondo che scaturisce
dall'apparente semplicità
degli incisi melodici che si
combinano con grazia,
alternando zone ricche di
abbellimenti ad altre
volutamente più lineari. La
Réjouissance ci
ripropone le atmosfere
smaglianti e festose in cui
la fantasia creativa di
Händel conosce i suoi
momenti più brillanti. Il
profilo ritmico è incisivo e
marziale e imprime alla
pagina slancio e brio.
L'orchestra, arricchita
dalla presenza delle trombe
e dei corni, crea uno dei
momenti più noti e
apprezzati dell'intera
composizione. La compostezza
settecentesca ritorna a
essere protagonista nelle
due danze conclusive,
entrambe in forma di
Minuetto, in cui sono
espressi gli ideali di
equilibrio e di simmetria
elaborati dalla cultura
illuministica. Anche in
architettura il rigore dei
monumenti si contrappose
nettamente alla fantasia del
Barocco; persino i giardini
vennero piegati alle leggi
della geometria e le forme
della natura persero la loro
spontaneità per assumere
l'aspetto di una sfera o di
un arco. Gli stessi criteri
ritroviamo nella musica:
simmetria tra le parti che
costituiscono una
composizione e rigore nelle
relazioni tonali.
Maria
Luisa Merlo
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