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1 LP -
33QCX 10054 - (p) 1954
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1 LP -
33CX 1155 - (p) 07/1954 |
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1 LP -
35130 - (p) 19xx |
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Claude
DEBUSSY (1862-1918) |
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Quartetto in sol
minore, Op. 10 |
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26' 48" |
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Animé et très décidé |
6' 39" |
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Assez vif et bien rythmé |
3' 53" |
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Andantino doucement expressif |
8' 43" |
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Très modéré |
7' 33" |
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Darius MILHAUD (b. 1892) |
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Dodicesimo
quartetto per archi |
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15' 55" |
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- Modéré, Animé,
modéré
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4' 44" |
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- Lent |
6' 59" |
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Avec entrain |
4' 10" |
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QUARTETTO
ITALIANO |
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- Paolo
Borciani, violino I |
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- Elisa Pegreffi,
violino II |
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- Piero Farulli,
viola |
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- Franco Rossi,
violoncello |
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Luogo
e data di registrazione |
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Milano
(Italia) - 23 gennaio 1954 |
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Registrazione: live /
studio |
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studio |
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Producer / Engineer |
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Prima Edizione LP |
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Columbia
(Italia) - 33QCX 10054 - (1 LP) -
durata 42' 44" - (p) 1954 - Mono
Columbia (United Kingdom) - 33CX
1155 - durata 42' 44" - (p) 1954 -
Mono
Angel Records (USA) - 35130 -
durata 42' 44" - (p) 19xx - Mono
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Note |
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"Eccomi giunto
all'età di trentun anni, scriveva
Debussy all'amico Chausson nel
1893, e per nulla sicuro della mia
estetica. Ci sono cose che non
sono ancora capace di fare: creare
capolavori ad esempio... ". Raro
caso di modestia, poichè nello
stesso anno egli dava luce allo
splendido Quartetto in sol minore
e si accingeva a terminare il
"Prélude a l'après-midi d'un
faune", opere in cui traspare in
maniera non equivocabile la sua
personalità.
"Tipico prodotto del boulevard
parigino" come l'aveva definito la
Signora von Meck, Debussy ebbe la
ventura di vivere nel clima di
Monet e di Verlaine, di Renoir e
Mallarmé. Fu tra i primi in
occidente a conoscere Boris
Godunov e ad afferrarne la grande
lezione di libertà. E
all'Esposizione universale di
Parigi del 1889 ascoltò e comprese
la magia del gamelang giavanese.
L'influenza di elementi così vari
e disparati si concreta in diversa
misura nella musica di Debussy. Un
esame della sua concezione
estetica ci porterebbe troppo
lontano: comunque è indubbio che
egli è riuscito a creare una nuova
visione musicale, svincolata dalle
pastoie di un rigido accademismo
scolastico.
Il Quartetto in sol minore fu
faticosamente elaborato.
"Non riesco a realizzarlo come
vorrei... " scriveva Debussy nel
'93 ad Ernest Chausson, "ed è la
terza volta che lo ricomincio...
". Finalmente riuscì a condurre a
termine il lavoro, che venne
eseguito alla Societé Nationale il
29 dicembre 1893 dal celebre
Quartetto Ysaye. Il primo tempo
(animé et très decidé) annuncia
senza ambagi un tema che
ritroveremo successivamente più o
meno manipolato nel corso
dell'opera: in opposizione si
svolge un tema più calmo e più
dolce. Il secondo tempo (Assez vif
et bien rytmé) ha l'aria di una
serenata capricciosa a causa dei
caratteristici pizzicati.
L'Andantino doucement expressif
(terzo pezzo) è liricamente
commosso di una affettuosa
cantabilità postromantica.
Il finale (très modéré) riannoda e
riprende con nuovo sapore armonico
e melodico, temi già
precedentemente esposti.
··········
"Le pire est
qu'on s'habitue" soleva dire André
Gedalge del suo allievo Darius
Milhaud. In queste brevi parole si
potrebbe condensare il destino
degli uomini di genio: se possono
talvolta scandalizzare al loro
primo apparire, ci si abitua poi
alle pretese stranezze che
diventano il punto di partenza di
una nuova estetica.
Nato a Aix en Provence nel 1892 e
vissuto a Parigi in un'epoca in
cui le rivoluzioni artistiche si
susseguivano senza posa, Milhaud
trovò ben presto la sua
inconfondibile fisionomia.
Il jazz, i ritmi sud-americani,
l'estetique de la foire et du
music-hall, il pathos ebraico e
sopratutto la reazione
all'impressionismo erano e in
parte sono ancora i suoi poli di
attrazione. "Assez de nuages de
vagues et d'aquariumes" avrebbe
potuto ripetere Milhaud col suo
amico Cocteau, "il nous faut une
musique de tous le jours".
Nemico dichiarato del wagnerismo,
la sua musica costituisce una
netta presa di posizione contro il
"flou" debussista. Le linee
melodiche si rassodano e
acquistano maggior corpo: spesso
si sovrappongono senza tema degli
urti più brutali.
Milbaud sa divertire e giocare con
verve smaliziata e scanzonata,
nelle Saudadea do Brasil e nel
Boeuf sur le toit, nelle Chansons
de negresses o nel Voyage d'été.
Ma è anche capace di costruire con
sbalorditiva abilità
architettonica, sciorinando con
incredibile facilità Sonate,
Concerti, Complessi dagli impasti
più disparati e ben 17 Quartetti.
Nel dodicesimo Quartetto sembrano
fondersi gli elementi più
affascinanti della sua
personalità: nel primo tempo
(Moderé - Animé - Moderè) e nel
III (Avec entrain) troviamo temi
di una cordialità giovanile
spensierata, sviluppati in
costruzioni ardite e complesse.
Più pensoso e impegnativo è il
secondo tempo (Lent), oasi di
riflessione tra due movimenti
brillanti.
Composto tra il 5 e il 15 febbraio
1945 nell'America del Nord ove si
era rifugiato nel '40 in seguito
all'invasione della Francia,
questo Quartetto fu eseguito per
la prima volta alla National
Gallary di Washington dal Coolidge
Quartett. Dedicato a Gabriel Fauré
nel centenario della sua nascita,
oltre che una testimonianza di
rispetto a uno dei padri della
musica moderna francese, riflette
probabilmente un momento di
serenità dopo la bufera degli anni
di guerra.
Luigi La
Pegna
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