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1 LP -
Harmonia Mundi HMU 335 (p) 1974
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1 LP -
Ars Nova VST 6057 (p) 1976 |
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3 CD's -
Harmunia Mundi HMA 190336.38 (c) 1990 |
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CARMINA BURANA -
Volume 1
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CARMINA GULATORUM ET
POTATORUM |
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- Bacche, bene
venies - (Trois voix
masculines, flûte à bec alto, dessus
de vièle, bombarde alto, cornet à
bouquin alto, psaltérion, tambourin)
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CB 200
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3' 02" |
A1 |
-
Virent prata hiemata -
(Chalumeau, grosse caisse)
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CB 151
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1' 50" |
A2 |
-
Nomen a sollempnibus - (Flûte
de corne, tympanon, luth, cornet à
bouquin, alto rabâb, 2 tambours en
poterie)
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CB 52
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2' 11" |
A3 |
-
Altre clamat Epicurus - Nu
liebe ich - (Baryton,
contre-ténor I, rubebe, grosse
caisse)
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CB 211 - CB 211a
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7' 08" |
A4 |
-
Vite perdite II - (Cornet à
bouquin alto, bombarde alto, petites
timbales en cuivre)
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CB 31
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1' 34" |
A5 |
-
Vacillantis trutine - (Flûte
à bec sopranino, luth, mandole,
vièle alto, tympanon, tambour de
poterie)
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CB
108
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4' 42" |
A6 |
-
In taberna quando sumus -
(Voix masculines, rubebe, cornet à
bouquin alto, rabâb, bombarde alto,
tambour sur cadre, tambour en
poterie)
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CB 196
|
2' 42" |
A7 |
CARMINA AMORIS
INFELICI |
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-
Iste mundus furibundus -
(Vielle à roue et chant)
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CB 24
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1' 41" |
B1 |
-
Axe Phebus aureo -
(Contre-ténor I, tympanon)
|
CB 71
|
2' 55" |
B2 |
-
Dulce solum natalis patrie -
(Baryton, luth) |
CB 119 |
8' 22" |
B3 |
-
Procurans odium - (Vielle à
roue) |
CB 12 |
2' 43" |
B4 |
-
Vite perdite I - (Flûte de
berger, tambour de basque) |
CB 31 |
1' 06" |
B5 |
-
Sic mea fata canendo solo -
(Vielle à roue et chant, paire de
petites timbales en poterie, tambour
en poterie) |
CB 116 |
3' 26" |
B6 |
-
Ich was ein chint so wolgetan
- (Voix masculines, bûche, tambour
en poterie) |
CB 185 |
3' 42" |
B7 |
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René CLEMENCIC,
Direction |
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CLEMENCIC CONSORT
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Sources |
- Zeger
Vandersteene, contre-ténor
I, percussions |
Cambridge:
Jesus Coll. 18; Univ. Bibl. Ffl, 17
|
- Hans Breitschopf,
contre-ténor II |
Chartres: Bibl.
Munic. 223 p. 13-14 (photo 1927,
original brûlé en 1944) |
- Pedro Liendo,
baryton |
Erfurt:
Stadtbibl. Amplon. Oct. 32 |
- René Zosso,
vielle à roue & chant |
Firenze:
Laurenziana Plut. 29,1, p. 13, ex. |
- René Clemencic,
flûte à bec sopranino, alto, flûte
de corne, flûte de berger |
London: British
Mus. Egerton 2615 |
- András
Kecskés, luth, rubebe,
psaltérion |
Madrid: Bibl.
Nacio. 20.486 (prédédem. Toledo) |
- Frantisek Pok,
cornet à bouquin courbe alto,
mandola |
Milano:
Ambrosiana R 71 Sup. |
- Anne Osnowycz,
bûche (scheitholtz) |
München: Bayr.
Staatsbibl. Clm 4660 & Clm 5539 p.
14 |
- Spiros Rantos,
dessus de vièle, vièles akto et
ténor, rabàb |
Paris: Bibl.
Nat. lat. 3549 & 3719; ms. f. 844;
s. fr. 12615 |
- Richard Erig,
chalumeau, bombarde alto |
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- Walter Schiefer,
tympanon, tambour de basque,
tambourin, petites timbales en
poterie et en cuivre, tabor |
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Luogo
e data di registrazione |
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Salle
des Prélats du Schottenstift,
Vienna (Austria) - 1974
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Registrazione:
live / studio |
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studio |
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Presa del suono
e montaggio |
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Pierre
Studer |
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Direzione
musicologica
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René
Clemencic |
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Originale LP |
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HARMONIA
MUNDI - HMU 355 - (1 LP - durata
44' 04") - (p) 1974 - Analogico |
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Edizione
italiana LP
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ARS
NOVA - VST 6057 - (1 LP - durata
44' 04") - (p) 1976 - Analogico |
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Prima Edizione
CD |
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HARMONIA
MUNDI - HMA 190336.38 - (3 CD's -
durata 73' 50", 74' 30" & 72'
12") - (c) 1990 - (CD1: 1-7 - CD3:
9-14) - Analogico
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Note |
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Copertina:
Tapisserie de Bayeaux (dettaglio).
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Il
manoscritto
originale dei
CARMINA BURANA
giunse in possesso
della "Biblioteca
Centrale Reale
della Corte" a
Monaco nel 1803,
nel quadro del
processo di
secolarizzazione
dei conventi di
Baviera. Il primo
editore di questi
manoscritti, il
bibliotecario J.A.
Schmeller, diede
loro il nome di
CARMINA BURANA
(Poemi di Benedikt-beuren)
perchè questo
gruppo di
manoscritti era
stato scoperto nel
convento bavarese
che appunto
portava questo
nome. Non è
comunque
certamente là che
il manoscritto fu
redatto. I più
recenti studi ne
fanno risalire la
stesura alla prima
metà del XIII
secolo nel Tirolo,
anzi, più
esattamente
ancora, in
Carinzia (a Maria
Saal?).
Questo manoscritto
comprende una
vasta ed imponente
collezione di
composizioni
liriche internazionali,
principalmente
latine, datate dal
tardo XI al XIII
secolo. La
scoperta di
documenti
contemporanei
paralleli permette
oggi di stabilirne
i paesi d’origine:
Occitania (tra gli
altri, i
manoscritti di St.
Martial de Limoges
dell'inizio del
XII secolo),
Francia,
lnghilterra,
Scozia (St.
Andrew), Svizzera
(Certosa di
Basilea),
Catalogna
(Barcellona, Las
Huelgas),
Castiglia
(Toledo), Germania
(tra gli altri, il
Convento di
Weingarten). In
mezzo a numerosi
anonimi, risaltano
i nomi di poeti
come il celebre
Archipoeta di
Colonia (*) la cui
attività è
storicamente posta
tra il 1140 e il
1165; Ugo
d'Orléans detto
"il Primate"
(1093-1170);
Gautier de
Chatillon
(1135-1182);
Pierre de Blois
(1135-1207); il
cancelliere di
Parigi Philippe de
Grève (morto nel
1236) e
l'Arcivescovo di
Canterbury Stephen
Langton (morto nel
1228). La maggio
parte di questi
poemi era profana;
tuttavia le
composizioni sacre
- un Gioco di
Pasqua, un Gioco
di Natale, degli
inni, etc., - sono
di una penetrante
bellezza. Ad
eccezione di
qualche testo in
medio-alto tedesco
e in francese, è
la lingua
internazionale dei
letterati, il
latino, che viene
utilizzata.
Una parte di
questi testi può
essere indicata
come la poesia dei
"vagabondi"o dei
goliardi. I
termini assumono
qui spesso un
significato dai
contorni sfumati.
Si possono
chiamare
"vagabondi" tutti
i letterati e gli
allievi che
andavano di città
in città e che
potevano diventare
"sedentari" dopo
anni di errare. I
goliardi dovevano
il loro nome sia a
Golia, sia a gula,
parola latina per
significare
golosità. Sembra
che fossero stati
tutti dei chierici
che avevano
violato le regole:
l'instabilità si
alleava in loro
con un'esistenza
dissoluta -
bevute, baldorie,
giochi, oziosità,
prostituzione. A
fianco di canzoni
satiriche che
criticano la loro
epoca con violenza
o emozione, si
incontrano nei
CARMINA BURANA
dolci canti
d’amore, i canti
sulla primavera,
altri pieni
d’interiorità,
accanto a canti
quasi immorali,
canti di avidità
senza misura. Le
parodie si servono
volentieri di
associazioni
mentali religiose;
non solo perchè a
quel tempo si era
veramente senza
fede, ma sovente -
ed al contrario -
perchè Dio era
presente ovunque,
tanto da non poter
veramente evitare
l'argomento. Così
la canzone
dissoluta Alte
clamat Epicurus,
parodia in
medio-alto tedesco
del celebre canto
dei crociati di
Walther von der
Vogelweide (c.
1170- c. 1230)
sulla cui melodia
deve essere
cantata, e alla
cui prima strofa
si arresta.
Una parte dei
poemi nei
manoscritti dei
CARMINA BURANA è
dotata di melodie,
annotate per lo
meno da sei
copisti diversi,
in neumi senza
pentagramma. Per
mezzo di documenti
paralleli si è
potuta recuperare
una parte di
queste arie. In
origine, la
maggior parte era
verosimilmeme
cantata. Per molti
tra questi poemi,
le melodie
avrebbero dovuto
essere riportate
sul Ms. dei
CARMINA BURANA, ma
non fu mai fatto.
E molti dei canti
si ritrovano in
altri manoscritti
contemporanei.
Certi Ms.
portavano versioni
ad una o due voci
nello stile del conductus
con frasi
nota-contro-nota.
Molti altri
possono essere
caratterizzati per
la tecnica del contrafactum
così apprezzata
nel Medio Evo: su
melodie
conosciute,
correnti, sono
scritte nuove
parole.
Tutte le arie dei
CARMINA BURANA
accessibili oggi
sono di
grandissima
vitalità, di una
bellezza
stupefacente. A
fianco di melodie
semplici,
popolari, si
incontrano
composizioni molto
raffinate, con
impeto tutto
artistico; a
fianco di canti
strofici senza
grandi pretese con
o senza
ritornello, si
incontrano grandi
forme in stile di
sequenze, molto
ramificate,
paragonabili a
quelle della
poesia. Il
gregoriano, la
sequenza, l'arte
popolare, l'arte
dei Trovatori, dei
Trovieri e
Minnesäinger si
uniscono in
maniera
multicolore o si
influenzano
reciprocamente. La
redazione dei
testi poetici che
ho scelto
corrisponde
fedelmente - con
la sola eccezione
degli errori di
grafia presenti
nell'originale -
al testo originale
del manoscritto
dei CARMINA
BURANA, quando
anche i filologi
possano
occasionalmente
considerare le
varianti o i
purismi come una
forma di
corruzione. In
effetti, non si
tratta a mio,
avviso di dame una
versione ideale ma
al contrario,
molto
semplicemente, di
restaurare il
linguaggio che è
stato riportato
dai copisti del
Ms. dei CARMINA
BURANA. Io mi sono
dunque attenuto
scripolosamente al
loro testo.
Gli strumenti
medioevali erano
di una pienezza,
di una ricchezza
di timbri
incredibile.
Numerosi strumenti
arrivavano ai
paesi europei dal
Medio Oriente -
liuto, salterio,
rabâb, piffero,
timpani,
tamburini, etc.
Molti di questi
strumenti sono
stati conservati
intatti fino ai
giorni nostri in
certi paesi del
Vicino Oriente,
così come sono
ancora oggi
reperibili nel
quadro della
musica popolare di
molti paesi - la
musica etnica
conserva in effeti
volentieri il
passato. Noi
abbiamo utilizzato
tali strumenti il
più possibile,
come testimoni
viventi del Medio
Evo e come
garanzia della
massima
autenticità. La
pratica
d’interpretazione
dell'epoca dei
CARMINA BURANA è
ricostruibile con
uno studio
dettagliato dei
dati redazionali
ed iconografici
del tempo, così
come dall'analisi
intensiva della
pratica musicale
di regioni come la
Sicilia, la
Sardegna o la
Catalogna di oggi,
e il Medio
Oriente: infatti,
in tali paesi si
incontrano ancora
tecniche
d'interpretazione
con forme
paragonabili a
quelle del Medio
Evo.
Abbiamo cercato di
sottolineare l'internazionalità
di questi canti
per mezzo di forme
interpretative
diversificate -
per esempio -
influenza araba
nulla, parziale o
dominante, etc., -
così come per
mezzo del
mantenimento di
abitudine e
manierismo
d'espressione
particolari,
quali, ad esempio,
la pronuncia del
latino alla
maniera italiana,
francese, spagnola
o tedesca, etc..
Si noterà infatti
che sono presenti
parecchie versioni
della stessa
composizione. Ed
ugualmente ogni
composizione
dotata di un testo
poteva fin
dall'origine
essere
interpretata come
composizione
puramente
strumentale - con
eventualmente
preludio, o
interludio: così
da dimostrare di
non essere
obbligatoriamente
legata al
contenuto
espressivo
originale.
L’insieme dei
CARMINA BUBANA
comprenderà alcuni
dischi,
conservando
scmpolosamente il
testo originale -
dato che le
realizzazioni
conosciute fino ad
oggi utilizzavano
testi corretti
filologicamente,
alterati, troncati
o aumentati in
riedizioni moderne
- questa serie si
sforzerà di
rendere l'insieme
musicale tale da
poter essere
ricostruito in
parte dai
manoscritti.
René
Clemencic
(Ars Nova
VST 6057)
(*)
Nome sotto il
quale è noto
uno dei
maggiori
rappresentanti
della poesia
goliardica
mediolatina.
Probabilmente
restano in
relazione con
la Corte
Imperiale,
forse al
servizio di
Reginaldo di
Dassel,
celebre la sua
CONFESSIO
GOLIAE.
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