Günter Wand


1 CD - RD60784 - (p) 1991
ANTON BRUCKNER (1824-1896)






Symphony No. 4 in E flat major "The Romantic"
66' 14"

- 1. Bewegt, nicht zu schnell 18' 00"

- 2. Andante, quasi Allegretto 15' 19"

- 3. Scherzo. Bewegt - Trio. Nucht zu schnell, keinesfalls schleppend 10' 58"

- 4. Finale. Bewegt, doch nicht zu schnell 21' 26"





 
NDR-Sinfonieorchester
Günter WAND
 






Luogo e data di registrazione
Musikhalle, Hamburg (Germania) - 17-19 giugno 1990


Registrazione: live / studio
live recording


Recording supervisor
Gerald Götze

Recording engineer
Karl-Otto Bremer

Technik/Engineering
NDR

Editing
Sabine Kaufmann, Suse Wöllmer

Prima Edizione LP
nessuna

Edizione CD
SONY [RCA VICTOR Red Seal] - RD60784 - (1 CD - 66' 14") - (p) 1991 - DDD

Note
A Co-Production of Bertelsmann Music Croup & Norddeutscher Rundfunk Hamburg












Anton Bruckner: Sinfonia N. 4 in mi bemolle maggiore
Amici pieni di buone intenzioni, che lo ”consigliavano” nel suo lavoro di compositore; discepoli, che come parassiti si nutrivano delle grandiose prestazioni del suo spirito; direttori d'orchestra, le cui incomprensioni spesso lo spinsero sull'orlo dell'esaurimento; in aggiunta a tutto ciò un’eclatante insicurezza nella messa in pratica delle proprie grandi capacità: talvolta appare un fatto miracoloso che Anton Bruckner sia riuscito a portare a compimento anche una sola composizione. Ancora più stupefacente è la sua capacità di trasformare le proprie creazioni, anche quando esse sembravano già concluse. Tutto veniva ricontrollato con la massima severità, sottoposto a lavoro di lima anche al costo di sacrificare parte della sostanza, fino a che l`opera non corrispondesse a quella immagine ideale, che egli doveva aver concepito davanti a se fin dall’inizio.
La via verso l'ideale era sempre piena di ostacoli. Se osserviamo la maggior parte delle nove sinfonie "ufficiali" in diverse ”stesure”, siamo indotti piuttosto ad immaginare, che Bruckner abbia documentato con partiture diverse le varie gradazioni verso la compiutezza. Ciò significa che la struttura primitiva registrata su carta rappresenta, nella maggior parte dei casi, un primo passo verso la meta, quasi una fotografia istantanea (sempre ammettendo, naturalmente, che le successive modifiche siano interventi d’autore).
Chi ne abbia voglia, può sperimentare in pratica questo enunciato teorico, analizzando, ad esempio, le sinfonie n.3 in re minore o n.8 in do minore. Si convincerà che la sostanza compositiva ha davvero subito una trasformazione, traendone vantaggio.
In nessuna opera, tuttavia, questa progressione verso il definitivo è così ben testimoniata come nella sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore. E in nessun’altra occasione Bruckner ha intrapreso una ricostruzione così radicale come qui, nella più popolare delle sue sinfonie. Già, la realtà è piuttosto che esistono due opere, entrambe indicate con il nome di ”quarta”: la stesura originaria, avvenuta nel 1874, e la struttura basilare, iniziata nel 1878, di quella versione che viene oggi comunemente eseguita.
All’inizio il lavoro procedette speditamente, in confronto ad altre composizioni addirittura con rapidità. Bruckner inizia gli schizzi del primo movimento il 2 gennaio 1874 e già il 21 marzo la strumentazione della partitura è pronta. Il 10 giugno conclude il secondo movimento, dopo aver lavorato ben sei settimane allo scherzo; cinque giorni più tardi scrive le prime note del finale e la sera del 22 novembre, alle nove e mezzo, può riporre la penna.
Chiunque altro si sarebbe accontentato volentieri di questo monumento di ben 2000 battute e, pieno d’orgoglio, avrebbe iniziato subito a cercare adeguate possibilità di esecuzione. Ma non così Bruckner. Il 12 ottobre 1877 scrive in una lettera: ”Ho raggiunto la ferma convinzione che la mia quarta sinfonia romantica necessita di una profonda rielaborazione”.
Trascorrono tre mesi, poi, il 18 gennaio 1878, Anton Bruckner riprende in mano la partitura. Il 30 settembre movimento iniziale, andante e finale sono stati sottoposti a lavoro di revisione. In dicembre segue la composizione di un nuovo terzo movimento, quel brano di caccia che diventerà poi famoso e che risulta tanto più ”romantico” dello scherzo concepito all’origine, così profondamente diverso.
Durante questi mesi Bruckner si dedica contemporaneamente alla stesura del suo quartetto d’archi, alla nuova versione della seconda e alle battute iniziali della sesta sinfonia. Inoltre nel novembre del 1879 decide un’ulteriore modifica della quarta, benché i suddetti progetti lo impegnassero già più che a sufficienza: scambia il vecchio, già rivisto finale, con il definitivo movimento conclusivo.
Tuttavia a questo punto il processo di sviluppo non è ancora terminato. Il 20 febbraio 1881 a Vienna Hans Richter dirige la prima esecuzione della Sinfonia, ma, dopo questa première, Bruckner interviene di nuovo sull’opera con nuove modifiche: accorcia l’andante e ritocca la strumentazione. Il 10 dicembre dello stesso anno, a Karlsruhe, Felix Mottl dirige una seconda esecuzione, in cui si tenne conto, a quanto pare, delle recenti modifiche.
Intanto vengono alla luce la sesta e la settima sinfonia, la seconda versione del Te Deum e l'Intermezzo per il quartetto d’archi, ed anche le Messe vengono corrette. Il 1884 segna inoltre la data di nascita dell’ottava sinfonia, con cui Bruckner raggiunge la completa affermazione anche a Vienna. Tuttavia la quarta sinfonia è ancora di grande attualità: il famoso direttore di Wagner, Anton Seidl, crede di poterne trovare un editore a New York e Bruckner gli invia la partitura, ma non prima di averla di nuovo sottoposta a lavoro di lima.
Nel 1889 compare presso l’editore Albert J. Gutmann a Vienna la prima stesura a stampa, dopo che il compositore ne aveva ricontrollato per ben tre volte le bozze. Sembra incredibile che, alla fine di questo processo, risulti una musica così spontanea, cos' particolarmente "romantica" ed immaginifica, come se mai fosse stata concepita diversamente. Quali metamorfosi ha dovuto subire già il solo richiamo di corno, prima di diventare la pietra basale su cui poggia e s'innalza la costruzione netta, conseguente ed organica della sostanza; quale febbrile sequenza di biscrome Bruckner ha dovuto cancellare nell’andante, prima che ne potesse nascere la grandiosa volta a cupola; quanto sono essenziali le ristrutturazioni del movimento finale, che conducono alla vera nuova composizione! Nella prima versione si ode una ripetizione quasi forzata del suono di corno, un violento richiamo retrospettivo alle prime battute della sinfonia; la versione definitiva riprende sì alcuni passaggi, ma il loro contesto non tradisce più nulla dell'immagine di un tempo. La sinfonia ha raggiunto la compiutezza
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Günter Wand
Günter Wand, nato ad Elberfeld nel 1912, ha iniziato la sua carriera come maestro di orchestra prima ad Allenstein poi a Detmold, per giungere nel 1939 all'opera di Colonia. Dopo un intermezzo a Salisburgo, causato dalla guerra, ha intrapreso nel 1945 a Colonia una nuova formazione artistica e qui, all’ eta di 34 anni, è divenuto primo direttore musicale. L’evoluzione musicale di Colonia durante il dopoguena, evoluzione di risonanza internazionale, è indissolubilmente legata alla attività di Wand come direttore dell’orchestra Gürzenich.
In seguito alla totale concentrazione, che egli dedica al compito una volta intrapreso, Günter Wand è divenuto il controesempio del dirigente viaggiatore e star del jetset, ed è visto come un quasi outsider dell’attuale scena musicale, per il numero strettamente limitato delle sue apparizioni così all’ovest come all’est, e per la sua riservatezza.
Dopo l’abbandono dell’orchestra Gürzenich nel 1974, Wand ha intensificato la sua collaborazione con le orchestre dei più grandi enti radiofonici tedeschi ed esteri. Dal 1977 ha registrato presso il WDR, insieme all’orchestra sinfonica della radio di Colonia, tutte le sinfonie di Bruckner e di Schubert, raccolte in due serie di dischi di eccezionale successo. Nel 1982 Günter Wand ha assunto di nuovo la responsabilità di direttore, questa volta per l'orchestra sinfonica del NDR di Amburgo, con cui egli intanto aveva inciso tutte le sinfonie di Brahms e di Beethoven.
Günter Wand è uno dei più straordinari interpreti del nostro tempo, non solo riguardo alla sua generazione e alla Germania. Le sue registrazioni su dischi e le sue conduzioni d'orchestra testimoniano assoluta indipendenza e cura fin nei minimi dettagli.
Come Wolf Eberhard von Lewinski ha una volta affermato, Wand rimane esattamente sulla traccia delle note, senza mai dimenticare che cosa - come elemento decisivo - ci sia dietro di esse. Günter Wand riesce in modo inimitabile a penetrare spiritualmente la grande musica del passato e del presente, e a darle un aspetto sonoro che nella sua sensitività si rivolga contemporaneamente ai sentimenti ed ai sensi.

L'orchestra sinfonica del Nord-deutscher Rundfunk di Amburgo
Dal 1945, anno della sua fondazione, l’orchestra sinfonica è divenuta molto rapidamente una delle più importanti Orchestre per concerto europee. Giazie allo stampo artistico acquisito sotto la guida del suo primo direttore, Hans Schmidt-Isserstedt, essa raggiunse già nel 1949, durante una tournée in Germania, una fama sopraregionale. In seguito a centinaia di trasmissioni radiofoniche di musica classica, ma anche contemporanea, guadagnò presto attenzione all’estero. Qui la fama artistica dell’orchestra sinfonica, iniziata già negli anni 1950-53 con le prime esecuzioni in Francia ed in Inghilterra, si rafforzò grazie alle vaste tournées attraverso l’intera Europa, L’Unione Sovietica e gli USA, ed anche grazie alle partecipazione a festivals internazionali. Essa fu festeggiata come “the old world's youngest major orchestra” e come messaggera della musica. Dal 1982 Günter Wand guida, in qualità di direttore, le vicende artistiche dell’orchestra sinfonca NDR. In seguito ad interpretazioni esemplari, egli è ben presto riuscito a guadagnare nuove attenzioni per la qualità dell'orchestra.
Eckhardt van den Hoogen
(Traduzioni: Wigand & Wigand)