|
1 CD -
09026 61374 2 - (p) 1992
|
|
ANTON BRUCKNER
(1824-1896) |
|
|
|
|
|
|
|
Symphony
No. 3 in D minor - 1889 |
|
53'
52"
|
|
-
1. Mehr langsam, misterioso |
20' 55" |
|
|
-
2. Adagio, bewegt, quasi andante |
13' 10" |
|
|
-
3. Ziemlich schnell |
6' 44" |
|
|
-
4. Allegro |
12' 43" |
|
|
|
|
|
|
NDR-Sinfonieorchester |
|
Günter WAND |
|
|
|
|
|
Luogo
e data di registrazione |
|
Musikhalle,
Hamburg (Germania) - 12-14 gennaio
1992
|
|
|
Registrazione:
live / studio |
|
live
recording
|
|
|
Recording
supervisor |
|
Gerald
Götze |
|
|
Recording engineer |
|
Karl-Otto
Bremer |
|
|
Editing |
|
Suse
Wöllmer |
|
|
Prima Edizione LP |
|
nessuna |
|
|
Edizione CD |
|
SONY
[RCA VICTOR Red Seal] - 09026
61374 2 - (1 CD - 53' 52") - (p)
1992 - DDD |
|
|
Note |
|
A
Co-Production of Bertelsmann Music
Croup & Norddeutscher Rundfunk
Hamburg |
|
|
|
|
ANTON
BRUCKNER
La vita
di Anton Bruckner a Vienna
con tutti i suoi alti e
bassi, delusioni, ostilità e
sfortune, ma anche piacevoli
sorprese e tardi trionfi
pare rispecchiarsi e
concentrarsi come in una
lente focale nella storia
della Terza Sinfonia in re
minore. La storia dell’opera
incominciò nell’autunno del
1872 con la stesura dei
primi schizzi e terminò solo
diciott’anni dopo, il 21
dicembre 1890, con la prima
esecuzione della terza e
ultima versione di questa
sinfonia, diretta da Hans
Richter a Vienna. Il periodo
intermedio costituì per
Bruckner un tempo infinito
di scoraggiamenti e di
rinnovate speranze, di
instancabilità e di dubbi,
soprattutto però della
imperturbabile coscienza
della propria strada, che il
sinfonista percorse fino al
raggiungimento del tardo, ma
tanto più persistente
successo.
Già nel 1872 Bruckner si
annotò su un foglio della
sua agenda la dedica della
Terza Sinfonia, appena
iniziata: “Sinfonia in re
minore dedicata
all’illustrissimo signor
Richard Wagner,
l'irragiungibile,
famosissimo e superiore
maestro dell’arte poetica e
tonale in profondissimo
rispetto da Anton Bruckner.”
Per Bruckner era stato
chiaro fin dall’inizio che
avrebbe dedicato a Wagner
quest’opera, ancor prima di
aver il consenso di questi,
che Bruckner ottenne in
occasione di una visita a
Bayreuth all’inizio del
settembre 1873: “Caro amico,
la dedica è giustificata,
con quest’opera Lei mi fa un
immenso piacere.” In quel
tempo il finale della
Sinfonia, tuttavia, non era
ancora terminato. Questo
finale il musicista lo
terminò solo “il 31
dicembre, di notte” come
annotò sotto la partitura,
non sapendo quanto
preoccupazione essa gli
avrebbe procurato.
Infatti il tentativo di far
eseguire la novità dai
filarmonici viennesi fallì
sia nel 1874 che nel 1875.
Tutte e due le volte la
Terza Sinfonia venne
rifiutata come
“ineseguibile”. Nell’estate
dell’anno seguente Bruckner
allora di decise di
rielaborare a fondo e
accorciare la partitura,
cancellando tra l’altro
delle citazioni wagneriane
nel primo, secondo e quarto
movimento. Inoltre cambiò la
strumentazione conferendole
quella regia da musica per
organo, che doveva diventare
caratteristica per le sue
sinfonie. Questa
rielaborazione però non
facilitò per nulla la
comprensione della musica di
Bruckner per il
tradizionalista pubblico
musicale viennese, per non
parlare poi delle
completamente desuete
dimensioni dei movimenti.
Quando fallì, nel 1877,
anche un terzo tentativo di
farla eseguire dai
filarmonici, il compositore,
con l’aiuto di amici
influenti e benestanti, si
arrischiò ad eseguire sotto
la propria direzione la
prima esecuzione della
partituia riveduta il 16
dicembre 1877.
Ma la sua audacia non fu
ricompensata, poichè
l’esecuzione fu un fiasco.
Il giorno dopo il giornale Wiener
Abendpost scrisse
senza complimenti: “In
questa musica sorprendente
opera un naturalismo
sbrigliato e incolto, per il
quale nessuna rozzezza è
troppo grossa, e nessun
salto logico troppo lungo e
che commette l’inaudito con
una buona fede bambinesca...
Le pause generali che si
permette sono romanzesche.
Con questa musica non si
smette di scuotere il capo.”
Tuttavia Bruckner, subito
dopo il concerto, ebbe una
sopresa. Mentre la sala e il
podio si svuotavano
rapidamente, il giovane
editore Theodor Rättig gli
si avvicinò e gli offrì di
“pubblicare l’opera appena
fischiata a proprie spese in
una forma degna”.
Effettivamente la prima
versione della terza
Sinfonia, riveduta nel
1876/77, fu stampata già nel
1878 e dovette più tardi
contribuire in modo decisivo
alla diffusione e
all'apprezzamento della
musica di Bruckner.
Il momento cruciale fu
deterrninato dal successo,
assolutamente non
concepibile ai viennesi, che
Arthur Nikisch ebbe con la
prima rappreseniazione della
Settima Sinfonia
bruckneriana il 30 dicembre
1884 al teatro di Lipsia -
successo che fu ripetuto e
approfondito con una
rappresentazione della
medesima opera a Monaco il
10 marzo 1885. Mentre la
Terza Sinfonia aveva
sonnechiato fino a questa
data, il trionfo della
Settima risvegliò di botto
l’interesse per la musica di
Bruckner e per la sinfonia.
Forse su leggera spinta o
per proprio bisogno, il
musicista si occupò ancora
una volta della sua Terza
Sinfonia per rielaborarla e
abbreviarla.
Quest'ultima versione fu
terminata l’11 febbraio
1889, prima che Theodor
Rättig la stampasse, questa
volta però a spese
dell’imperatore Francesco
Giuseppe I. Tempora mutantur
- ciò vale anche per i
filarmonici di Vienna che
condussero la terza versione
della Sinfonia in re minore
sotto la direzione di Hans
Richter all’incontestato
successo il 21 dicembre
1890. Una lunga odissea
dolorosa trovò qui la sua
fine.
Tre temi reggono il primo
dei quattro movimenti, ogni
tema composto in maniera
inconfondibilmente
individuale, un tema per
trombe, uno cantabile
e uno di tipo corale. I
conflitti nell’elaborazione
tematica, che portano a
grandi confrontazioni,
trovano la loro coerente
risoluzione solo nelle
ripresa della basilare
forma-sonata. Anche il
secondo movimento “Adagio,
bewegt, quasi andante” si
serve di tre temi dal
carattere e dalla
disposizione completamente
diversi che permettono al
compositore di sviluppare
movimento lento, portandolo
ad una impressionante
grandezza, per poi lasciar
vibrare l'“Adagio”
in una commovente coda. Il
terzo movimento “piuttosto
rapido”
si rivela uno di quegli
scherzi, nei quali - con la
parole dell’allievo
bruckneriano Franz Schalk -
“la danza dei contadini
dell'Alta Austria esplode in
maniera inauditissima”. Non
sappiamo a cosa riferisca
questo superlativo - il trio
ornato da pizzicati di
strumenti a corda forma
appena un grazioso idillio,
di cui si scorda subito nel
turbine dello scherzo che si
ripete. L’ultima parola
della Terza sinfonia in re
minore viene detta da
Bruckner con un finale in
“allegro,” dove il tema
principale contrasta con un
secondo tema di polka di
archi, la quale, a sua
volta, viene contrappuntata
da un corale dei fiati di
ottone: un “tema doppio”
come lo si incontra
ripetutamente in Bruckner.
Il compositore però non si
limita a questo, ma riprende
già nello sviluppo motivi
del primo movimento, prima
di aumentare potentemente lo
svolgimento con il tema di
trombe di quest’ultimo.
Günter Wand
Günter Wand, nato ad
Elberfeld nel 1912, ha
iniziato la sua carriera
come maestro di orchestra
prima ad Allenstein poi a
Detmold, per giungere nel
1939 all'opera di Colonia.
Dopo un intermezzo a
Salisburgo, causato dalla
guerra, ha intrapreso nel
1945 a Colonia una nuova
formazione artistica e qui,
all’ eta di 34 anni, è
divenuto primo direttore
musicale. L’evoluzione
musicale di Colonia durante
il dopoguena, evoluzione di
risonanza internazionale, è
indissolubilmente legata
alla attività di Wand come
direttore dell’orchestra
Gürzenich.
In seguito alla totale
concentrazione, che egli
dedica al compito una volta
intrapreso, Günter Wand è
divenuto il controesempio
del dirigente viaggiatore e
star del jetset, ed è visto
come un quasi outsider
dell’attuale scena musicale,
per il numero strettamente
limitato delle sue
apparizioni così all’ovest
come all’est, e per la sua
riservatezza.
Dopo l’abbandono
dell’orchestra Gürzenich nel
1974, Wand ha intensificato
la sua collaborazione con le
orchestre dei più grandi
enti radiofonici tedeschi ed
esteri. Dal 1977 ha
registrato presso il WDR,
insieme all’orchestra
sinfonica della radio di
Colonia, tutte le sinfonie
di Bruckner e di Schubert,
raccolte in due serie di
dischi di eccezionale
successo. Nel 1982 Günter
Wand ha assunto di nuovo la
responsabilità di direttore,
questa volta per l'orchestra
sinfonica del NDR di
Amburgo, con cui egli
intanto aveva inciso tutte
le sinfonie di Brahms e di
Beethoven.
Günter Wand è uno dei più
straordinari interpreti del
nostro tempo, non solo
riguardo alla sua
generazione e alla Germania.
Le sue registrazioni su
dischi e le sue conduzioni
d'orchestra testimoniano
assoluta indipendenza e cura
fin nei minimi dettagli.
Come Wolf Eberhard von
Lewinski ha una volta
affermato, Wand rimane
esattamente sulla traccia
delle note, senza mai
dimenticare che cosa - come
elemento decisivo - ci sia
dietro di esse. Günter Wand
riesce in modo inimitabile a
penetrare spiritualmente la
grande musica del passato e
del presente, e a darle un
aspetto sonoro che nella sua
sensitività si rivolga
contemporaneamente ai
sentimenti ed ai sensi.
L'orchestra sinfonica del
Nord-deutscher Rundfunk di
Amburgo
Dal 1945, anno della sua
fondazione, l’orchestra
sinfonica è divenuta molto
rapidamente una delle più
importanti Orchestre per
concerto europee. Giazie
allo stampo artistico
acquisito sotto la guida del
suo primo direttore, Hans
Schmidt-Isserstedt, essa
raggiunse già nel 1949,
durante una tournée in
Germania, una fama
sopraregionale. In seguito a
centinaia di trasmissioni
radiofoniche di musica
classica, ma anche
contemporanea, guadagnò
presto attenzione
all’estero. Qui la fama
artistica dell’orchestra
sinfonica, iniziata già
negli anni 1950-53 con le
prime esecuzioni in Francia
ed in Inghilterra, si
rafforzò grazie alle vaste
tournées attraverso l’intera
Europa, L’Unione Sovietica e
gli USA, ed anche grazie
alle partecipazione a
festivals internazionali.
Essa fu festeggiata come
“the old world's youngest
major orchestra” e come
messaggera della musica. Dal
1982 Günter Wand guida, in
qualità di direttore, le
vicende artistiche
dell’orchestra sinfonca NDR.
In seguito ad
interpretazioni esemplari,
egli è ben presto riuscito a
guadagnare nuove attenzioni
per la qualità
dell'orchestra.
Ekkehart
Kroher
(Traduzioni: Wigand
& Wigand)
|
|
|