1 CD - 9031-74859-2 - (p) 1993

Franz Joseph Haydn (1732-1809)






Symphony Nr. 93 D major
22' 33"
- Adagio - Allegro assai 7' 24"
1
- Largo cantabile
5' 43"
2
- Menuetto - Trio 3' 52"
3
- Finale: Prestoma non troppo
5' 34"
4
Symphonie Nr. 100 G-dur "Militär"

24' 53"
- Adagio - Allegro 8' 16"
5
- Allegretto
6' 04"
6
- Menuett: Moderato
5' 11"
7
- Finale: Presto 5' 22"
8
Symphonie Nr. 68 B-dur

29' 07"
- Vivace
7' 02"
9
- Menuetto 3' 13"
10
- Adagio cantabile 14' 14"
11
- Finale: Presto 4' 38"
12




 
ROYAL CONCERTGEBOUW ORCHESTRA, AMSTERDAM
Nikolaus Harnoncourt, Dirigent
 
Luogo e data di registrazione
Concertgebouw, Amsterdam (Olanda):
- ottobre e novembre 1986 (100 e 68)
- gennaio 1992 (93)
Registrazione live / studio
studio
Producer / Engineer
Wolfgang Mohre / Helmut Mühle / Michael Brammann
Prima Edizione CD
- Teldec - 8.43301 ZK - (1 cd) - 54' 11" - (p) 1986 - DDD (Symphonies No. 100 e No. 68)
- Teldec - 9031-74859-2 - (1 cd) - 76' 55" - (p) 1993 - DDD (Symphony No. 93)
Prima Edizione LP
Teldec - 6.43301 AZ - (1 lp) - 54' 11" - (p) 1986 - Digital (Symphonies No. 100 e 68)
Nota
Questa pubblicazione, oltre alla sinfonia n. 93, contiene anche le sinfonie n.100 e 68 già pubblicate nel 1986.

Gli esperimenti sinfonici di Joseph Haydn
Joseph Haydn era tutt'altro che un compositore di musica "d'intrattenimento", un musicista in pantofole felpate, e "papà" Haydn non lo fu mai. Tutt'al più si potrebbe definirlo "padre" (ma non "inventore") della sinfonia classica, ma senza accogliere per questo il luogo comune che lo vorrebbe "orecursore" di Mozart e Beethoven, anzi addirittura un "pre-classico". Haydn sviluppò la nuova forma sinfonica senza operare una radicale rottura con la tradizione barocca, e nei 36 anni del suo confronto creativo con questo genere lo portò al suo pieno "compimento".
Dobbiamo tener presente che Haydn aveva già 27 anni quando Georg Friedrich Händel morì; correva l'anno 1759, e proprio in quell'anno vide la luce la prima Sinfonia composta da haydn. E quando Haydn morì, nel 1809, erano trascorsi quasi venti anni dalla scomparsa di Mozart e Beethoven scriveva la sua Sesta Sinfonia; quattro anni più tardi Franz Schubert acrebbe composto la sua Prima Sinfonia. Tra Haydn e Schubert ci sono tanti fili di collegamento, che sembrano addirittura preannunciare sviluppi dell'Ottocento inoltrato.
Nel corso degli anni - quasi un trentennio (1761-1790) - trascorsi al servizio del principe Esterházy in qualità di maestro di cappella, Haydn compì incessantemente "wsperimenti" compositivi, in particolare nel genere sinfonico. Ritornando con la memoria a quegli anni, Haydn dirà poi: "Il mio signore era contento di ogni mio lavoro, riscuotevo il suo plauso, potevo in qualità di direttore d'un'orchestra compiere esperimenti, esaminare quel che suscita impressioni e quel che le attenua, potevo dunque migliorare, aggiungere, tagliare, osare di più; ero appartato dal mondo. Vicino a me non c'era nessuno che potesse confondermi e molestarmi, e così non potevo non divenire originale". Parole degne di nota, che ancora oggi fanno riflettere sia sull'apertura e sulla tolleranza di un mecenate, sia sulla ricerca da parte d'un compositore d'"avanguardia" di un intenso tratto espressivo.
Le impressioni uditive che potevano ricevere gli Esterházy e i loro ospiti, saranno state (almeno in parte) fonte di stupore, se non di diniego, e per convincersi di ciò basta proiettare a ritroso in quei tempi certe nostre reazioni odierne. Infatti nelle composizioni di Haydn possiamo rinvenire soluzioni che ancora oggi ci appaiono inusitate, ci sorprendono, a volta addirittura ci sconcertano - e tali sensazioni non mancano, o non dovrebbero mancare, in una fedele e coerente interpretazione.
Quando Haydn compose la sua Sinfonia n. 68 del 1774/75 (oppure nel 1779), aveva oltrepassato la fase dello "Sturn und Drang", senza per questo perdere nulla della sua irruenza. Ancora una volta sapeva creare sorprese collocando un Adagio come terzo movimento nell'ambito del collaudato ciclo sinfonico in quattro movimenti. Così facendo intendeva sottolineare la particolare incidenza e profondità espressiva di questo Adagio. Nel Finale ritroviamo tutto il tipico humour di Haydn, con la sua verve caratteristica, stimolante.
Dopo la morte del principe Esterházy nel 1790 la cappella di corte fu sciolta, ma Haydn continuò a rivecere la sua retribuzione dal nuovo principe. Ora libero, Haydn si trasferì a Vienna e si portò anche a Londra dove gli fu riservata un'accoglienza particolarmente cordiale. Tra le prime Sinfonie "londinesi" c'è anche quella numerata come la prima, ma che fu in realtà la terza ad essere composta, la Sinfonia in re maggiore n. 93, eseguita la prima volta nel 1792. Anche qui non mancano soluzioni singolari, anomale, sorprendenti, già nelle due prime battute con i suoi colpi in fortissimo e la presentazione concentrata dell'idea tematica nelle quattro battute seguenti. In una scrittura serrata il discorso musicale è portato a tonalità lontane, prima di passare alla sezione in tempo veloce dalla dizione più sciolta, ma dove moduli contrappuntistici d'ogni genere sottolineano una cifra espressiva peculiare. Si possono sempre rilevare soluzioni "sperimentali", come l'intervento del fagotto a conclusione del movimento lento, che ha qualcosa di irritante e inquietante in quel suo urto esplosivo in fortissimo anticipato di mezza battuta, o ancora come quell'effetto un po' "militaresco" nel Trio del Minuetto.
La Sinfonia n. 100 del 1794 venne
denominata "Militare" già fin dall'annuncio della sua prima esecuzione; possiamo così ritenere che Haydn non avesse obiezioni contro tale denominazione. Ad ogni modo non se ne può desumere che Haydn intendesse qui procedere ad una celebrazione di istanze bellicose - tra l'altro vi manca il ricorso a ritmi di marcia, altrimenti impiegati volentieri in tali occasioni. Erano trascorsi due anni dall'ultima guerra contro i Turchi, ma lo sgomento era tanto penetrato nell'animo di Haydn che la sua scelta degli strumenti "turchi" non si poteva spiegare in senso pittoresco ed esotico, ma come un monito. In tal modo si può parlare di una Sinfonia "militaresca". Diversamente non si possono spiegare quelle esplosioni veementi di pretesti rumorosi e violenti che percorrono la Sinfonia fin nel Finale. Si pensi poi all'idillio di marca familiare del movimento lento, dal quale ci strappa un richiamo militaresco, sì che la conclusione avviene all'insegna della tristezza. Ancora oggi gli strumenti che produxono rumore e strepito risuonano come un'accusa piena di amarezza: triangolo con anelli, piatti, un tamburo percosso ora da una bacchetta, ora da un sordo bastone. Questo tamburo, come riferisce J. F. Reichardt da Parigi nel 1803, era "liberamente sospeso ad una certa altezza, in modo da rimbombare liberamente in sala, ed era persosso da una persona con tutte le forze di cui disponeva". E aggiungeva che si trattava di una "musica turca d'un fragore insopportabile".

Wolf-Eberhard von Lewinski
Traduzione: Gabriele Cervone

Nikolaus Harnoncourt (1929-2016)
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