"thirty two short films aboult Glenn Glould"

Prima mettono il nome: Gould, Glenn Gould (Bond, James Bond: uguale). Poi, per far capire, aggiungono: il pianista canadese, morto a cinquant'anni per un colpo apoplettico. (Nella mente dei giornalisti essere canadesi e morire un po' prima sono due cose che fanno notizia.) La verità tuttavia è che lui non era, propriamente, un pianista giacchè ciò che fece non fu mai, propriamente, suonare un pianoforte ma, per così dire, pronunciare la musica, direttamente, usando sì il pianoforte, ma come mezzo e non come fine, come strumento appunto, ma nel vero senso della parola. Lui diceva la musica. Rendeva udibili invisibili operazioni mentali. Quando suonava lui, il pianoforte, propriamente, cessava di esistere, in quanto tale: diventava protesi in legno della sua mente. Musicista canadese, quindi: non pianista, per favore. Sarebbe come dire Baggio, Roberto Baggio, centravanti italiano. Macchè centravanti...

ORIGINAL MOTION PICTURE SOUNDTRACK
Autore / Composizione / Esecutore
Durata
J.S. Bach - Aria from Goldberg Variations, BWV 988 - Glenn Gould
1' 54"
R. Wagner - Prelude from Tristan und Isolde - NBC Symphony Orchestra / Arturo Toscanini
11' 36"
J.S. Bach - Invention No.13 in A minor, BWV 784 - Glenn Gould 0' 47"
J.S. Bach - Prelude from English Suite No.5 in E minor, BWV 810 - Glenn Gould 4' 45"
L. van Beethoven - Allegro molto from Sonata No.13 in E-Flat Major, Op.27, No.1 - Glenn Gould 2' 04"
L. van Beethoven - Variations XXIV & XXVII from 32 Variations in C minor, WoO 80 - Glenn Gould 0' 32"
L. van Beethoven - Allegretto from Sonata No.17 in D minor, Op.31, No.2 - Glenn Gould 4' 35"
J.S. Bach - Prelude No.2 in C minor from The Well-Tempered Clavier, Book I - Glenn Gould 2' 10"
J.S. Bach - Gigue from English Suite No.2 in A minor, BWV 807 - Glenn Gould 2' 20"
R. Strauss - Adagio cantabile from Sinata in B minor, Op.5 - Glenn Gould 6' 42"
J. Sibelius - Andantino from Sonatine for Piano in E Major, Op.67, No.2 - Glenn Gould 2' 45"
J.S. Bach - Prelude from English Suite No.2 in A minor, BWV 807 - Glenn Gould 4' 32"
J.S. Bach - Variation 19 from Goldberg Variations, BWV 988 - Glenn Gould 0' 45"
J.S. Bach - Fugue No.14 in F-sharp minor from The Well-Tempered Clavier, Book I - Glenn Gould 3' 53"
S. Prokofiev - Precipitato from Sonata No.7 in B-flat Major, Op.83 - Glenn Gould 3' 21"
A. Scriabin - Désir from 2 Pieces, Op.57 - Glenn Gould 1' 58"
P. Hindemith - Sehr lebhaft from Piano Sonata No.3 - Glenn Gould 2' 29"
A. Schoenberg - Gigue from Suite for Piano, Op.25 - Glenn Gould 2' 33"
A. Schoenberg - Leicht, zart from Six Little Pieces for Piano, Op.19 - Glenn Gould 1' 27"
J.S. Bach - Sarabande from French Suite No.1 in D minor, BWV 812 - Glenn Gould 2' 53"
J.S. Bach - Prelude in D minor, BWV 926, from Nine Little Preludes - Glenn Gould 0' 51"
J.S. Bach - Prelude No.1 in C Major from The Well-Tempered Clavier, Book I - Glenn Gould 2' 25"
J.S. Bach - Contrapunctus 9 from The Art of the Fugue, BWV 1080 - Glenn Gould 3' 02"
Total Time 70' 22"

Su Gould, Glenn Gould, hanno fatto un film, che s'intitola Trentadue piccoli film su Glenn Gould, ma che è, appunto, un unico film: su Gould, appunto. Dato che è un film intelligente (non americano), se uno già non sa tutto di Gould non capisce niente. Se sa già tutto, guarda e se lo gode, concimando il proprio mito e la propria devozione allo stesso. Io me ne sono uscito portandomi via tre oggetti ricordo, da mettere sull'altarino. Il primo è un signore che era stato intervistato da Gould, alla radio, su non so più che argomento, forse qualcosa di geografico, il fascino del grande Nord, qualcosa del genere. Comunque. Lo intervistano di nuovo, quel signore, e lui si mette a raccontare che quel giorno, alla radio, Gould l'aveva lasciato parlare, non interrompendolo quasi, ma per tutto il tempo, mentre lui parlava, l'aveva diretto, voglio dire (voleva dire) gli girava intorno muovendo le braccia come un direttore d'orchestra, dandogli il tempo, dirigendolo come se fosse musica, quello che sentiva, e non parole. E di fatto, c'è da scommetterci, quel che lui sentiva - lui Gould, Glenn Gould - era musica e non parole, del cui significato non doveva fregargli proprio niente, essendo il loro suono, e solo quello, ciò che lo stregava. E allora ho pensato cosa dev'essere la vita per uno che vede la musica dappertutto: che razza di babelico concerto. Insostenibile, alla lunga. Ho pensato alla voce che annuncia l'arrivo dei treni alla stazione, allo sciaquone del cesso, ai tuoni d'estate, alle frenate che senti dalla finestra e poi vai a vedere, all'acqua che sgasa quando sviti il tappo: tutta musica, per lui. Come si fa? E' come se ti avessero perso in una partitura mahleriana. Prima o poi ne muori. Lui ne morì. A metà tra il prima e il poi.
Seconda cosa: le medicine. Uno dei trentadue piccoli film è il catalogo (incompleto eppur già impressionante) delle medicine che prendeva Gould. C'è di tutto, con forte prevalenza di sedativi e barbaturici. Se gli facevano l'antidoping dopo l'incisione delle Variazioni Goldberg finiva che gli annullavano il record. Lui, che negli ultimi anni non stringeva neppure più la mano alla gente, perchè terrorizzato dai virus, si uccise, in qualche modo, a colpi di farmaci. Credo che giocasse con la propria pressione sanguigna come con una pallina da ping pong: al posto delle racchette usava pillole dai nomi spaziali. A un certo punto, una schiacciata gli deve esser finita fuori. Adieu, Monsieur Gould.
L'ultima cosa è una cosa che già sapevo e che pure quando ho risentito, lì al cinema, mi ha perfino commosso, a tradimento, non so perchè, deve essere il caldo, o la stanchezza, forse ci vorrebbe un po' di vacanza. Insomma, quel che è successo è che a un certo punto gli americani hanno spedito nello spazio una navicella a perdersi nell'infinito e a cercare d'incontrare qualche altra civiltà. Nel caso gli fosse andata di culo, caricarono a bordo un po' di cosette per far capire a quelli là chi siamo noi (se non ricordo male, c'era un disegno di Leonardo, forse una bottiglietta di Coca-Cola, il teorema di Pitagora, cose così). Be', in mezzo a quell'armamentario, misero anche la registrazione di un brano musicale: secondo me dovevano metterci Love me tender, ma quel che fecero in realtà di metterci un Preludio di Bach, una cosettina di un paio di pagine, una cosa che si suona dopo il primo anno di lezioni, un hit dei pianisti da tinello. Ma lassù, nell'infinito, la mandarono suonata da Glenn Gould. C'erano migliaia, milioni di pianisti al mondo tra cui scegliere. Scelsero l'unico non pianista. Ed era lui. Sono strani, gli americani. In mezzo a tante fesserie, ogni tanto ci azzeccano.
Adesso da qualche parte dell'universo, ci sarà qualche coso molliccio con le antenne verdi e gli occhi sul sedere che ascolta e riascolta quella roba chiedendosi chi sarà mai quello lì, che suona.
E' Gould, compagno. Glenn Gould. Vieni giù, dài, che ti spiego.
Alessandro Baricco
 (da "Barnum", Feltrinelli, 1995)