Amras
© 1964 INSEL VERLAG, FRANKFURT AM MAIN

Amras
traduzione di Magda Olivetti
Einaudi - Nuovi Coralli 418
Prima edizione: 1989 - 79 pagine - 11,5 x 19,5 cm.
© 1989 GIULIO EINAUDI EDITORE S.P.A., TORINO
ISBN 88-06-11596-0


Considerato dall'autore il proprio capolavoro, Amras è il racconto di una simbiosi. Due fratelli adolescenti, geniali e "perturbati" - Walter, appassionato di musica e poesia; K., cultore di scienze naturali - sono costretti a vivere in una torre, isolati dal mondo. Dalla finestra di questa torre, che non è d'avorio, ma nera come le cornacchie che sorvolano il paesaggio, si butterà Walter, il più fragile dei due, ponendo fine alla simbiosi.
Ma questo è anche il racconto di una scissione dell'Io, lacerato fra volontà di vita e desiderio di morte, fra "pura intuizione" (dell'artista) e "pensiero razionale" (dello scienziato). In Amras soccombe il poeta, il pensatore sopravvive: K., l'Io narrante, lasciata la torre, affronterà il mondo, pur consapevole della propria "inadeguatezza".
Lo stile altamente poetico e visionario della narrazione è spezzato, scandito da frasi interrotte, seguite regolarmente dai puntini di sospensione, e riproduce le crisi convulsive del fratello suicida. Ma quel che più stupisce in questo racconto, scritto nel 1964, è la carica affettiva liberamente profusa, la purezza dei sentimenti, l'abbandono al flusso emotivo non ancora congelato al cinismo beffardo e un po' astratto dei grandi protagonisti successivi, come il principe di Perturbamento, il pittore di Gelo e lo studioso di La fornace.
Non mancano, come sempre in Bernhard, i risvolti comici e grotteschi. Ma la satira, l'ironia feroce qui sono riservate soprattutto al sistema (giuridico, universitario, ecc.) di una regione, il Tirolo, maledetta dalla propria bellezza naturale, e ai medici vanagloriosi e ciarlatani, i quali non capiscono che la "natura della malattia è oscura quanto la natura della vita", come scrisse Novalis.

In copertina: Jiří Kolář, Quadruplo ritratto di mia moglie, 1968.