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Das Kalkwerk |
© 1963 SUHRKAMP VERLAG, FRANKFURT AM
MAIN |
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La fornace
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traduzione di Magda Olivetti |
Einaudi - Supercoralli |
Prima edizione: 1984 - 212 pagine -
14,5 x 22,5 cm.
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212 pagine - 14,5 x 22,5
cm. |
© 1984 GIULIO EINAUDI EDITORE
S.P.A., TORINO |
ISBN
88-06-05750-2
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La storia
normale e parossistica, tragica e comica di
una vita a due, portata alla follia e al
delitto come normalità assoluta.
La fomace (Das Kalkwerk), il romanzo
scritto da Thomas Bernhard nel 1970, ha
l’avvio del tipico "giallo di Natale", o di
uno di quei romanzi foschi piu consueti alla
letteratura anglosassone: nella notte della
vigilia di Natale un’anziana signora
paralitica viene trovata uccisa da un colpo di
carabina. Subito dopo, però, la polizia scopre
il marito Konrad tutto infreddolito in una
lurida fossa ed è lui il reo, confesso.
Così il romanzo si avvia immediatamente verso
la narrazione degli antecedenti e dei motivi
remoti ed estesi nel tempo del gesto di
Konrad. Konrad stesso, protagonista in prima e
in terza persona, voce monologante-dialogante
con i filtri abituali della narrativa di
Bernhard, espone la storia del proprio ménage
coniugale in quella vecchia fornace solo
vagamente riattata e da lui stesso prescelta,
dopo alti e bassi sempre più sfortunati, per
poter scrivere l’opera della sua vita, un
saggio sull’udito, "il più filosofico dei
nostri sensi", che da tempo ha "bell’e pronto
nella testa" ma che finirà per non scrivere
mai, come mai scriverà il suo libro su
Mendelssohn il protagonista dell’altro romanzo
di Bernhard, Beton.
L’universo concentrazionario dei due coniugi,
costretti dall’imbarazzo fisico e psichico a
convivere con le loro inutili e logoranti
manie in quel monastero-carcere dalle enormi
stanze vuote, con soffitte piene di
cianfrusaglie e cantine cavernose ove si
conserva il sidro caro alla Konrad, si dipana
nella confessione dell’uomo con le minuzie di
una sequela di giorni fatta di avvenimenti
pesanti e impercettibili, di ripicche e
torture reciproche, di ossessioni sadiche e
soflocanti. Il discorso si snoda nei modi e
toni della quotidianità e dei rovelli
rancorosi, compressi, in un ordine narrativo
sparso che risponde solo a ragioni interiori.
Il fraseggiare protratto, le clausole
ripetitive, la semplicità dei vocaboli, i
ritorni, le riprese, pur seducono
irresistibilmente la lettura, spenti come sono
ma ricchi d’improvvisi squarci lirici o
comici, cupamente tragici nella loro normalità
o accesi nella loro totale follia.
Questo mondo impoetico fino all’ottusità muove
pure da un’ispirazione fortissima, delineando
con un’incontenibile vena musicale una
metafora dei temi esistenziali,
un’interpretazione drammatica e ironica
dell’opacità del nostro tempo.
Di Thomas Bernhard, Einaudi ha pubblicato nei
"Nuovi Coralli" La partita a carte.
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In sovracoperta:
Franz Radziwill, Domenica al villaggio,
1928 (particolare). |
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