Ein Kind
© 1982 RESIDENZ VERLAG, SALZBURG UND WIEN

Un bambino
traduzione di Renata Colorni
Adelphi - Fabula 75
Prima edizione: 1994 - 147 pagine - 14 x 22 cm.
© 1994 ADELPHI EDIZIONI S.P.A., MILANO
ISBN 978-88-459-1039-3


«Mio nonno si alzò da tavola e andò a lavorare. A lavorare al romanzo. Io mi figuravo che queste parole nascondessero qualcosa di terribile e di molto speciale nello stesso tempo. Mio nonno si avvolse nella sua coperta da cavallo, la fissò con un cinturone di cuoio e si mise a sedere alla scrivania. La nonna si alzò in piedi per chiudere la porta imbottita. Fin da piccolo ho sempre avuto l'impressione che non ci fossero persone più felici di loro due insieme».

Bernhard scrisse per ultima questa parte dell’autobiografia che racconta i suoi primi anni, fino all’entrata nel collegio di Salisburgo. Ed è come se, tornando alle radici di angosce e orrori, egli raggiungesse uno stato di euforia, di leggerezza, di primordiale scoperta, altre volte celato o piegato alla lotta feroce con il mondo circostante. Qui tutto comincia con un bambino di otto anni che si getta in una sfrenata spedizione in bicicletta. «Sarebbe stato del tutto contrario alla mia natura scendere dalla bicicletta dopo qualche giro; come tutte le imprese che iniziavo, anche questa la spingevo fino all’estremo». In questo bambino che si lancia con la bicicletta fino all’estremo c’è già tutto Bernhard. Ma in una versione più ariosa, di elementare felicità. Aspetto che ritroveremo anche nei ritratti mirabilmente nitidi del nonno, della madre e degli amici d’infanzia. Tutte le torture che il mondo tiene in serbo già si intravedono, si presagiscono o irrompono sulla scena (siamo negli anni del nazismo e della guerra) – ma anche, con grande naturalezza, l’irresistibile meraviglia del bambino davanti a una tazza di cioccolata calda, quando i nonni lo portano con loro nel vasto mondo, a pochi chilometri da casa.

In copertina: Léon Spilliaert, Boîtes devant une glace, (intorno al 1904). Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles.